inserito 03/05/2010

Peter Wolf
Midnight Souvenirs
[
Verve/ UMG
2010]



Ci sono voluti otto anni per poter scartare nuovamente questi Midnight Souvenirs di Peter Wolf: i suoi amici ed eterni ispiratori Mick Jagger e Keith Richards avrebbero qualcosa da recriminare stando al loro famoso motto "time is on my side", ma è evidente come l'ex voce della J Geils band sia ormai libera di centellinare con la saggezza della maturità i suoi dischi, magari accantonando l'idea di inseguire il successo di una volta per legare insieme album raffazzonati e canzoni insipide. È un po' come sbirciare un suo quadro (ne trovate uno in bella mostra nell'immaine di copertina, e pare che siano anche parecchio apprezzati) e comprendere che a lui interessa probabilmente smuovere qualche passione e solleticare la nostalgia dei suoi estimatori più che conquistarsi una nuova impossibile scalata verso la gloria. Midnight Souvernirs è dunque la tranquilla conclusione di una sorta di trilogia, confermata anche dalla presenza dell'inseparabile Kenny White alla produzione: come in Fool's Parade, ancor di più nel bellissimo Sleepless e oggi in questa raccolta di stili e sensazioni dove l'american music che scorre nelle vene di Peter Wolf si fa apprezzare per il suo inguaribile "savoir faire", per l'eleganza soul mista al fuoco del rock'n'roll, per il mestiere di una vecchia volpe unita all'ingenuità di un ragazzo ormai cresciuto.

Le atmosfere, le riflessioni, i sogni sono assai simili ed è un gioco facile accostare i tre lavori in un'unica sequenza: l'universo femminile, gli amori e le speranze, il tempo che passa, qualche amico perduto e il resto viene da sé, con l'astuzia di servirsi dei musicisti e dei collaboratori giusti per ogni evenienza. Magari suonerà un po' troppo studiato e vincente questo Midnight Souvenirs, un disco dove non si manca il bersaglio soltanto perché ci sono tanti e tali "trucchi" in ballo da renderlo perfetto: eppure non è da tutti far risuonare quarant'anni e passa di carriera dentro un intruglio che delle sue variopinte sfumature, dei suoi sbalzi di umore e di genere riesce a fare un punto di forza. Facile, penserete voi, con le chitarre di Larry Campbell e Duke Levine (fra gli altri), i cori impastati nel calore del gospel di Ada Dyer e Catherine Russell e naturalmente quei duetti collocati ad arte: dalla Shelby Lynne che troneggia in Tragedy alla dolcissima Neko Case in The The Green Fields of Summer, due ballate che dalla tradizione southern, quella che muove dal country blues e vira verso il soul e il rock'n'roll più caldo testimoniano invece la vera arte di Peter Wolf, ovvero sia mettere tutti a proprio agio, con fare accomodante (sentitelo portarsi per mano il buon Merle Haggard nella conclusiva It's Too Late for Me, affettata quanto volete, ma che classe!) e con la sua capacità di suonare fuori tempo.

Un clasico insomma, magari "minore" come lo è sempre stata la sua figura (dalla J Geils band in avanti), ma capace di incidere e lasciare un segno anche in chi lo ha influenzato: allora farete fatica a distinguere se I Don't Wanna Know sia veramente un suo pezzo oppure un bellissimo "avanzo" di un Tom Petty particolarmente ispirato, tutto questo mentre l'appiccicosa Watch Her Move è un brano che manderebbe in sollucchero il Mick Jagger solista (che questa roba non sa scriverla più), There's Still Time un country soul condotto in sontuosa carrozza e l'accoppiata Always Asking For You/ Don't Try To Change Her (scritte entrambe con il collaboratore Will Jennings) la prova definitiva che certe ballate ci possono ancora fare innamorare. Nel percorso libero e completamente personale di Midnight Souvenirs Peter Wolf non si è fatto mancare proprio nulla (dai poli opposti arrivano Lying Low, il rauco delta blues di Thick as Thieves e il sofisticato r&b di Overnight Lows) e soprattutto deve essersi divertito un mondo a recuperare Everything I Do Gonna Be Funky di Allen Touissant, finendo dritto nelle braccia degli spiriti di New Orleans (non necessariamente quelli più benevoli) grazie allo splendido omaggio di The The Night Comes Down (For Willy Deville), rock ballad che trasuda anima come ai tempi di Coup de Grace ed è già una delle canzoni di questo 2010.
(Fabio Cerbone)


www.peterwolf.com


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