inserito 01/07/2010

Truth and Salvage Co.
Truth and Salvage Co.
[
Megaforce 
2010]



Quattro songwriter al servizio di una band: la compagnia richiamata nel nome è racchiusa tutta qui, formatasi come un reticolo di mappe, strade e città lungo le highway americane, insomma nel più classico dei sogni rock'n'roll che potessimo immaginare. Il posto d'onore in questa rubrica dunque sarebbe più che meritato, se non si trattasse soprattutto di uno degli esordi più freschi di questa estate 2010. Truth and salvage Co. sono un collettivo variopinto che dagli incroci di Atlanta, New Orleans, Indianapolis, Tupelo ha preso la via dell'oro californiano, ritrovandosi uniti da esperienze comuni e progetti solamente abbozzati, fra le mura dell'Hotel Cafè di Los Angeles, dove le radici di questo omonimo esordio discografico hanno vagato sul terreno prima di trovare il bandolo della matassa. Non è nulla di miracoloso, una vecchia ricetta a dire il vero, che mette insieme le armonie vocali di una mai dimenticata stagione West Coast, la stessa che deve avere avuto effetti benefici sulla loro permanenza in California, con la lezione alternative country dei Jayhawks, un fremito sudista magari non troppo accentuato con il mainstream rock americano più nobile, richiamando in un colpo solo Tom petty e Counting Crows.

Ci è voluta però la figura di Chris Robinson (Black Crowes) e del suo entourage (in regia coinvolto anche Paul Stacey) per dare corpo - e magari anche un piccola spinta - a queste canzoni, delle quali in qualità di semplice fan e poi di produttore dice di essersi innamorato, colpito, parole sue, dalla "sincerità del loro songwriting e dalla passione della loro performance". Quel loro è rivolto a Scott Kinnebrew e Tim Jones - entrambi voce e chitarre - Bill "Smitty" Smith (voce e batteria), Walker Young (voce, piano), i quattro autori in questione cui si aggiungono il basso di Joe Edel e l'organo di Adam Grace, transfunghi di numerose collaborazioni che rivelano il loro eclettico intruglio di american music, da Ben Folds Five a Jack Johnson agli The Squirrel Nut Zippers e My Morning Jacket. Sono alcuni degli artisti che hanno condiviso un breve tragitto del loro destino con i membri di Truth and Salvage Co. prima che il 2005 fosse l'anno del fatale ritrovo all'Hotel Cafè. Le canzoni hanno preso forma come fossero un diario di viaggio, sedici lunghi anni racconta Scott Kinnebrew spesi sulla strada come si suol dire, accomulando speranze e la solita gavetta. Naturale che questo esordio (un ep per sondare il terreno e farsi un nome lo scorso anno) raccolga tutti i clichè un poco celebrativi e romantici dell'essere una rock'n'roll band in missione, ma i calici alzati di Hail Hail e il sole dell'Ovest nello specchietto di Call Back tolgono ogni dubbio sull spontaneità di Truth and Salvage Co.

Suonano certo maliziosi, maturi, capaci di giostrare i luoghi comuni del genere e levigare quel tanto che basta una superficie fatta di intrecci vocali e chitarre al vento: in Welcome to L.A. sobbalzano sulle verdi colline del country rock e di una chitarra twangy che in coppia con il pianoforte riporta al paradiso rurale di Hollywood Town hall dei citati Jayhawks. Ritorna la band di Minneapolis come un faro artistico, anche perché in un disco così scavato nel legno (si veda la copertina) e nell'artigianato della più popolare canzone rock, il sapore agreste di un sentiero che dalla Band al southern rock (Rise Up ha tutte le chitarre al posto giusto e una coda pronta ad esplodere dal vivo) all'alternative country sembra essere una sorte segnata. Di loro questi cinque "ragazzi cresciuti" ci aggiungono una scaltrezza che fosse uscita con qualche anno di anticipo li avrebbe persino fatti schizzare in classifica. Heart Like a Wheel, See Her, la zuccherosa ballata pop Jump the Ship sono ganci irresistibili, semplici ed efficaci anche adesso che una proposta come quella dei Truth and Salvage Co. verrà probabilmente cassata con supponenza e sospetto. Nessuna frontiera spostata in avanti o tradizioni riviste e stravolte, soltanto belle canzoni (coverrebbe partire dal fondo, con Brothers, Sons & Daughters e la luccicante ballata Pure Mountain Angel, pare uno degli punti più efficaci del loro show dal vivo). A noi non sembra affatto di poco conto.
(Fabio Cerbone)


www.truthandsalvageco.com
www.myspace.com/truthandsalvageco



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