inserito 29/07/2010

The Reverend Peyton's Big Damn Band
The Wages
[
Side One Dummy/ Rude Records 2010
]



La ditta del Reverendo Peyton non molla un colpo, diversi i concerti e le puntuali pubblicazioni. I loro cinque album (compreso l'ep The Gospel Album ) seppur molto simili, sono legati e distinti da una infallibile coerenza. La ritmica, composta dal washboard della moglie del Reverendo e dalla batteria di Aaron Persinger (cugino del Reverendo subentrato al fratello Jayme nell'inverno scorso), ci mette del suo per tenersi sempre in linea con il suono acustico, viscerale e quadrato condotto da Peyton. Questo The Wages, appena pubblicato, si è piazzato direttamente al secondo posto della Billboard Blues, un lavoro indubbiamente non minore a quanto prodotto finora dal giovane trio dell'Indiana. In fondo la natura genuina di ogni lavoro discografico del Reverendo si lascia sempre ascoltare con piacere, anche se bisogna attrezzarsi di buoni propositi, e senza mai attendersi grandi sorprese, mentre in proporzione è possibile ritrovarsi sovente in questa singolare spinta di energia, tra le scariche intense e vibranti di un fresco country blues, in una spiritata soluzione ad elevato coinvolgimento (Two Bottles Of Wine - What Go Around Come Around - Ft. Wayne Zoo) che si potrebbe definire punk hillybilly blues dal tiro rudimentale, strizzando l'occhio a RL Burnside e a J.L.Hooker.

L'esperienza a Clarksdale (Mississippi) con il supporto di Jimbo Mathus, i numerosi concerti - sono stati tra i protagonisti nel 2006 al Roots and Blues Food Festival e Derek Trucks li ha voluti in tour con lui - hanno accresciuto la Big Damn Band e tra le curiosità di recente l'impegno del Rev.Peyton è stato premiato con il titolo onorario di "Kentucky Colonel", onoranza assegnata in passato a Elvis Presley e Roy Rogers. Il precedente The Whole Fam Damnily aveva raggiunto il punto più alto dell'espressione del Reverendo, che si ritrova a riprendere incipit già collaudati (Clap Your Hands è figlia dell'indimenticabile Can't Pay The Bill del disco precedente), a rifarsi vivo con le sue adorabili marcette (In A Holler Over There), magari rafforzando il suono con l'inserimento dell'armonica (Redbuds), a scuotere la sua resofonica a colpi di bottleneck (Born Bread Corn Fed, una sorta di invito a rispettare le proprie radici), peculiare caratteristica del suono della Big Damn Band insieme alla presenza del percussivo washboard.

Un cenno a parte meritano episodi irresistibili come Everything's Raising e That Train Song, in cui la ritmica insistente del trio simula l'andamento del treno. Bisogna continuare a credere nella costante opera di sensibilizzazione del giovane Reverendo Peyton (classe 1981), così come lui crede in quello che esprime attraverso il suo blues, dal gusto agricolo, puro. Questo non è poco e c'è solo da fidarsi.
(Antonio Avalle)

www.bigdamnband.com
www.myspace.com/therevpeytonsbigdamnband



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