Hurray
for the Riff Raff
Young Blood Blues
[Hurray
For The Riff Raff 2010]
Una ragazza del Bronx lascia la Grande Mela alle sue spalle, attraversa gli
Stati Uniti in treno, il vapore la spinge verso sud e non smette finché non la
porta a New Orleans, dove la nostra ragazza - che di nome fa Alynda Lee Segarra
- si guadagna da vivere da musicista di strada suonando lo strumento a percussione
più caratteristico del luogo (washboard) per poi passare al banjo, scoprirsi songwriter
e dare quindi vita ai Viva la Marmaglia: nel secolo XXI l'America è ancora il
paese dove queste storie accadono davvero e forse è per questo che amiamo l'Americana,
per il sapore genuino delle vite che ci sono dietro e che mantengono sempre ricco
il gusto di una ricetta musicalmente esausta eppure inesauribile, grazie alla
sua capacità di far sognare e talvolta di trasformarli - questi sogni - in realtà.
Hurray for the Riff Raff - Viva la Marmaglia suona male come asse da bucato
invece di washboard - sono la citata Alynda (banjo, voce e songwriting) e Yosi
Pearlstein (violino e batteria) più alcuni amici che li hanno aiutati ad arricchire
di felici colori musicali questo Young Blood Blues, che risulta
quindi opera più varia e soddisfacente dell'album d'esordio (It Don't Mean I Don't
Love You), lavoro più prossimo alle sonorità asciutte e magre del principale mentore
della giovane band, Bonnie "Prince" Billy.
Il primo strumento a fare
colpo sull'ascoltatore è la voce di Alynda Lee, richiama alla memoria un po' Cat
Power ma soprattutto un'ugola stagionata debitamente e con successo nei fumi dei
locali del Vieux Carré; il disco prende il via con mademoiselle Segarra che canta
"I saw your ghost at the grocery, I could have sworn that was you, I thought
you were standing next to me, but I knew it couldn't be true" accompagnata
da discreti accordi di banjo - l'approccio scarno del debutto - poi però la canzone
sterza decisa verso la nuova direzione con l'ingresso perentorio della fisarmonica
e della batteria. Il violino di Pearlstein è viceversa la voce protagonista di
Slow Walk, uno dei pezzi forti del gumbo di
Hurray for the Riff Raff; il folk e il blues formano l'ossatura della loro musica
ma si può fare musica a New Orleans e fare a meno di un accento jazz? Certamente
no, ed ecco I Know You guidata sì dal banjo
ma impreziosita dall'intrusione di una tromba che dà effetto e sostanza alla canzone.
Young Blood Blues è disco che s'impone: dieci canzoni senza inciampi,
brillanti le intuzioni melodiche e le soluzioni d'arrangiamento, resta nelle orecchie
anche dopo averlo tolto dal lettore. Slow Walk - come detto - è un pezzo forte,
ma Too Much of a Good Thing (prestate attenzione
alla voce della Segarra sulle prime battute e poi al lavoro indovinato di tromba
e fisarmonica nella parte centrale) e Take me
(lavoro di pregio alla steel guitar) non sono da meno e una menzione la merita
anche l'inquietante Calmly, in cui Alynda
e la band ricordano certi furori - qui però più carnali che spirituali - di David
Eugene Edwards. Grande sorpresa di questo scorcio di 2010: correte ad ascoltarli
prima che un produttore ce li rovini. (Maurizio Di Marino)