inserito 30/06/2010

Hellsingland Underground
Madness & Grace
[Killed By Records  2010
]



Il richiamo nordico del nome non tradisce le aspettative, e gli Hellsingland Underground proseguono la loro strada senza discostarsi molto dalle comuni radici hard della musica di area scandinava. Ma mentre i conterranei colleghi acuiscono spesso le fredde asprezze del clima nel suono metallico forgiato all'epica dei guerrieri vichinghi, verso un power metal che lo stereotipo più comune colloca in territori baltici, i nostri fregiano la loro musica dell'epiteto di "northern rock", non celando neanche lontanamente (piuttosto per contrasto) la matrice del loro stile, quel rock sudista nato dalle ceneri degli Allman Brothers, dei Lynyrd Skynyrd e più in generale di tutte le band che hanno segnato certo rock americano degli anni Settanta (dopo Woodstock e al decollo di vari dirigibili Zeppelin&Co). Reduci allora da un disco del 2008 come probabile debutto, gli Hellsingland Underground tornano con questo Madness & Grace forti di un'iconografia maledetta e di uno slogan: "c'è una strada per il paradiso..e una per Hellsingland!".

Non che quest'ultima però ci si perda a seguirla, come l'immaginario bivio vorrebbe farci credere, visto che tale è sì ben tracciata da rimarcarne il carattere di "rootshighway", solco fin troppo deciso nella sua definizione a ripercorrere quasi pedissequamente la pista ben delineata dai nomi di cui sopra. Confezionati ad hoc allora strumentali jammin' che incrociano le chitarre sulla falsariga degli Allman, appunto, come nella quasi progressività di Diabolic Greetings From The Woods, o attacchi Lynyrd style per chitarre e boogie pianistico di Stickin' With You. Ma i riferimenti presi vengono annacquati con un impasto elettroacustico che non ha la potenza rock'n'rollistica del grande southern rock, e il northern rock così autoclassificatosi viene fuori tanto apprezzabile quanto senza arte né parte, deboluccio al confronto con gli originali.

Per cui il sound d'apertura di The Spark That Never Dies diverte quanto a seguire Shuffle Day to Day e Church Bells Through The Valley nella medesima vena artistica, ma niente di più che non siano ballad acustiche come Vera, a sfiorare l'alternative country. Se la chiusura sulla title-track non cambia così la nostra opinione, è piuttosto la pianistica e malinconica A Short Time In The Sun a farci alzare il volume, sopra le righe della standardizzazione di un genere, verso un'identità poetica più definita e a lasciarci ben sperare.
(Matteo Fratti)

www.hellsinglandunderground.com
www.myspace.com/hellsinglandunderground



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