La storyteller Rachel
Harrington ha il folk e il country nel cuore e in questa terza prova li tira
fuori con tutta la sua forza ed energia. Rispetto ai precedenti lavori, (The
Bootlegger's Daughter, City
Of Refuge e il Live Into The Woods) con questa raccolta Rachel intraprende
una nuova strada (grazie al consiglio dell'amica e collega Lori McKenna) cercando
di rivolgere i suoi testi ad esperienze personali e alla propria vita piuttosto
che a fatti o personaggi esterni. "E' una cosa difficile da fare", spiega
in un'intervista, "č come rompere pagina dopo pagina il diario della tua
vita ed esporsi senza veli, ma ci ho provato e Celilo Falls č il risultato di
questo sforzo". Canzoni che pescano nell'intimo e che fanno male, che fanno piangere
quando vengono scritte e cantate. Testi che ricordano persone che non ci sono
pių, amici persi e relazioni andate male. Ballate intime quasi sussurrate che
ti si appiccicano addosso nella loro essenza e che trasmettono una certa risonanza
all'ascoltatore. Celilo Falls erano delle bellissime cascate del
fiume Columbia al confine tra lo stato dell'Oregon e quello di Washington che
purtroppo sono state rimpiazzate da una diga e distrutte dal progresso.
Radicata
nella musica soul e country, nei vecchi dischi gospel comprati dal padre e ascoltati
da giovane, nella musica di Hank Williams (la sua prima fonte d'ispirazione) la
cantante originaria dell'Oregon, ci trasporta nelle gotiche terre del West. L'aria
di queste terre riflette il suono dell'album: un manto acustico di suoni suffusi,
malinconici da porch song e sedia a dondolo. Evan Brubaker č ancora una
volta in cabina di regia (oltre che coautore di alcune canzoni) e i musicisti
coinvolti (Ronnie McCoury della Del McCoury Band al mandolino, Rod Clements
alla slide, Dan Salini al violino) accompagnano in punta di piedi la voce soulful
e smoky di Rachel. La bella House Of Cards apre
la raccolta evocando le vecchie old time ballad e le porch song dei monti Appalachiani
con il profondo suono bluegrass del violino e del banjo. In Here
in My Bed una chitarra acustica appena sussurrata, una slide in sottofondo
e soprattutto la sua voce ti avvolgono in una ballata sofferta che ricorda una
persona amata, mentre nella ritmata You'll Do
Rachel racconta di una relazione andata male in maniera diretta senza peli sulla
lingua. Little Pink ti strappa qualche lacrima
con quell'andamento sofferto che ricorda Gillian Welch e la struggente Goodbye
Amsterdam, uno dei miglior episodi della raccolta, elenca le cittā
in cui si ritorna e i momenti che si rivivono senza la persona del cuore.
La
religiositā della sua educazione (č cresciuta all'interno di una comunitā evangelica)
č evidente in He started Bulding My Mansion In Heaven
Today che ricorda le parole del nonno e in Pretty
Saro, una gospel song cantata "a cappella" da farti trattenere il fiato
per tutta la sua durata. You Don't Know č
un gran pezzo; registrato in presa diretta ti trasporta in paesaggi immacolati
del West ed č illuminato dalla chitarra acustica e dal suono di un'armonica che
ha un sapore molto dylaniano. Bury Me Close ha
un qualcosa di ballata irlandese mentre Where are You
e Spokane scorrono leggiadre accompagnandoti
su una highway deserta con il suono del vento dell'Orgeon. La delicata Let
Me Sleep in Your Arms Tonight é un lamento doloroso per la perdita
della persona amata e la conclusiva The Last Jubilee
descrive i vantaggi di raggiungere nell'aldilā June and Johnny Cash, Hank Williams
ed Elvis che possono suonare insieme per te tutta la notte. Come Mary Gauthier
e Mrs.Welch, un'altra stella si sta facendo notare nel firmamento del cantautorato
americano femminile. (Emilio Mera)