inserito 29/10/2010

Grinderman
Grinderman 2
[Mute
 2010
]



La scimmia onanista del primo disco è stata divorata da un lupo, che ora si aggira minaccioso in una stanza da bagno. Segno che il dopolavoro si è trasformato in una cosa seria, pericolosa addirittura? No. Nick Cave è sempre stato capace di guardare a se stesso con occhio ironico, semmai sono gli altri a prenderlo troppo sul serio. Il primo travestimento, tre anni fa, non aveva scompaginato le carte più di tanto - in fondo era evidente la natura di divertissement - ma aveva infettato in modo imprevisto la creatura principale: quando Cave e i suoi sodali hanno indossato di nuovo le divise dei Bad Seeds ne è uscito un disco, Dig, Lazarus, Dig, zeppo di grandi canzoni ma a cui alcuni - peggio per loro - non hanno perdonato la patina glam, il contorno in parte ludico (a cominciare da quel look con baffi da pornoattore vintage). Per il secondo capitolo della saga dell'arrotino il capocomico fa indossare ai suoi guitti maschere più cattive, e sposta il gioco un po' più in là, ai confini del disturbo (tutti quegli effetti, rumori, distorsioni, frustate sonore che straziano le canzoni...) ma fermandosi un passo prima che diventi troppo serio.

I brani girano più o meno tutti intorno al tema del sesso e del desiderio (confermando l'ossessione da crisi di mezz'età), e si crogiolano in una struttura primitivamente blues, dilatata dalla voglia di giocare e improvvisare dei quattro complici, sempre gli stessi: Martyn Casey e Jim Scavonus a far quadrare il tempo, Warren Hellis nella parte di gran maestro del rumore, e Nick Launay a fare la guardia. I quali sembrano meno una garage band e più dei lucidi violentatori psichedelici: gli Amon Duul che fanno un provino per Howlin Wolf. Si comincia con lo sferzare di Mickey Mouse and the Goodbye Man (anello di congiunzione con il disco precedente) e si chiude con i loop e le chitarre registrate al contrario di Bellringer Blues, passando per l'orgia fuzzy di Worm Tamer, il gospel sepolto dal noise di Heathen Child (ne esiste anche una versione remix con un lungo solo di chitarra di Robert Fripp!), le percussioni, gli archi e la coda stoner di When My Baby Comes, la violenza sguaiata di Evil, il blues jonspenceriano di Kitchenette e la parentesi pop fuori luogo (ma in realtà li dov'è ci sta un gran bene) di Palaces of Montezuma.

Il tono biblico è sempre dietro l'angolo ma, invece che blaterare di colpa e redenzione, ora Cave invoca semplicemente l'appagamento dei sensi. Non cerca nemmeno la narrazione, ma la complicità: si rivolge direttamente alla sua donna, che di volta in volta è amante, sorella, idolo pagano o casalinga frustrata da sedurre. Noi siamo chiamati ad assistere voyeuristicamente allo spettacolo di lascivia, frastornati dallo stridore delle chitarre, dal pulsare del basso, dal battere dei tamburi. Vediamo intanto sfilare creature di Walt Disney, l'abominevole uomo delle nevi e il mostro di Lochness, Oprah Winfrey e Marilyn Monroe, Miles Davis e Steve McQueen, tutte incolpevoli comparse di racconti - o semplici fantasie - di ossessione, incesto e stupro. Non preoccupatevi, però: non c'è vera violenza, le ferite non sanguinano. E' salsa di pomodoro. Ma lo show diverte, e non poco. Prendete i popcorn e alzate il volume.
(Yuri Susanna)

www.grinderman.com
www.myspace.com/justincurrie


Grinderman 'Heathen Child' from Trim Editing on Vimeo

 


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