Jon
Dee Graham & The Fighting Cocks
It's Not As Bad As It Looks
[Blue
Rose 2010]
Sembra appena uscito della pagine di un romanzo hardboiled Jon Dee Graham:
sapete, quelli della "scuola dei duri" americani, roba degna di Jim Thompson o
James Crumley, anche se l'ironia del titolo, It's Not As Bad As It Looks,
potrebbe far pensare anche al texano Joel Lansdale. D'altronde sono vicini di
casa lui e Jon Dee: quest'ultimo ha attraversato in tempi recenti tali sventure
da essersi guadagnato la pelle dura che si porta addosso. Dopo avere duramente
lottato per raccimolare i soldi necessari alle cure del figlio, afflitto da una
rara malattia, circa un anno e mezzo fa Graham è rimasto persino coinvolto in
un grave incidente stradale da cui è uscito in un lago di sangue, tra cicatrici,
spalle e schiena rotte. Si narra che le parole pronunciate da egli stesso durante
i primi soccorsi siano state proprio It's Not As Bad As It Looks. Realtà
o finzione che sia, l'effetto è garantito e spiega molto anche dei contenuti di
questo suo sesto lavoro di studio, il più intensamente elettrico della sua carriera.
Ridotto all'osso il suo rock di frontiera e affogata la sua voce in
un mare di catrame ormai degno di Tom Waits, Jon Dee Graham ha riunito i Fighting
Cocks, nome fra il ridicolo e il minaccioso, portandoli sulla strada di ballate
aspre e rock'n'roll affilati, dove quello che conta è l'energia dell'esecuzione
e assai meno la rifinitura degli arrangiamenti. Micheal Hardwick è ancora
una volta al timone di tutte le sei corde (oltre a lap e pedal steel), mentre
Andrew Duplantis e Joey Shuffield completano una sezione ritmica, aderente al
credo dell'autore principale. Questa volta le sue canzoni suonano quasi come un
flusso di coscienza, semplici e dirette nel cercare una seconda chance, una flebile
speranza, una "reason to believe" alla fine della giornata, come avrebbe detto
Springsteen. Forse per questo motivo Beautifully Broken,
PopSong, Gilead
o My Lucky Day non vanno troppo per il sottile,
cercando il riff assassino, quel drive essenziale che si addice al migliore rock'n'roll
americano da strada, nonostante lo abbiate sentito mille volte.
Jon
Dee Graham dalla sua parte ha una vocalità che non passa inosservata, potrebbe
addirittura dare fastidio a chi cerca qualche bella maniera in più, per gli altri
invece saprà infondere disperazione e forza alle varie
Burning Off the Cane, I Said e
Best, tentatvi nemmenno tanto celati di fare
i conti con la propria vita un po' sbandata. Di tanto in tanto il lupo mannaro
che si annida in lui lo trascina verso il tormento del blues (la fatalista God's
Gonna Give You What You Need) o tra i sibili del deserto in La
La (La-La-La), la più cupa e sinistra fra le nuove composizioni, ma
senza per questo perdere la fiducia (I Will Be Happy
Again). It's Not As Bad As It Looks non possiede quel fascino da terra
di confine di altri lavori di Jon Dee Graham, ha modi rudi e sbrigativi, chitarre
sferzanti e rock da tra accordi, ma resta una schietta dimostrazione di vitalità.
(Fabio Cerbone)