Ho sempre amato le Good Be Tanyas e i loro tre album che ci avevano (purtroppo
si sono sciolte) deliziato con le loro melodie folk, rock e bluegrass, con quel
velo di malinconia e tristezza tipica delle fredde terre del Canada. Nata all'interno
di una comunità hippy canadese nei primi settanta, da genitori che scapparono
per la guerra del Vietnam (come ai giorni nostri molti giovani scappano per la
guerra in Afghanistan e Iraq) FrazeyFord é cresciuta con la madre
e la sorella girovagando in mezzo mondo. Dopo lo scioglimento delle GBT ha passato
un periodo difficile, senza sapere se continuare a scrivere o ritirarsi dalle
scene. E' stato l'amore per la musica e l'incoraggiamento del co-producer John
Raham ad aiutarla a continuare sulla sua strada. La vecchia amica delle Tanyas
Trash Klein gli dà una mano suonando la chitarra elettrica, avendo così
l'opportunità di dimostrare il suo lato soul oriented. La produzione dell'album
è immediata, senza nessuna laboriosa pre-produzione o overdubs; solo buoni amici,
una buona strumentazione e tanto divertimento. Obadiah (che è il
suo middle-name oltre al più breve libro della Bibbia) unisce il vecchio soul
d'annata alla Ann Pebbles (I Can't stand the Rain)
e Roberta Flack con il folk acustico di Joni Mitchell e Bob Dylan.
Mentre
nelle GBT Frazey pareva a tratti ofuscata e al servizio del gruppo, con questo
debutto, sempre per l'attenta Nettwerk (Old Crow Medicine Show, Great Lake Swimmers)
esce allo scoperto infondendo all'album un mood al quale è difficile sfuggire.
L' album è puro soul di origine controllata, scritto con il cuore in mano e suonato
con l'anima; entra pian piano nei nostri cuori, quasi in punta di piedi, ma regala,
ad ogni ascolto, sempre qualcosa in più (a tratti si ha la stessa emozione di
ascoltare uno dei primi due album dei connazionali Cowboy Junkies). Per godere
della voce delicata come la seta e delle dolci melodie dell'album bisogna dargli
tempo, affinché tutte le sue sfumature siano colte appieno. Tutte le 13 canzoni
sono di forte impatto emotivo partendo dal singolo Firecracker:
una voce un po' nasale ma tanto fragile e profonda, introduce un grande brano
dedicato a tutte le persone che si sentono sole e capace di portarti in paradiso
(come dice la canzone stessa). Lay Down With You
è jazzata e notturna, da ascoltare ad occhi chiusi. Un altra grande canzone.
Bird
Of Paradise è un brano in tipico stile Stax e ti trascina dentro un
groove irresistibile con hammond, marimba e tromba da farti alzare la pelle. E'
la canzone ideale per piangere degli errori commessi di fronte ad una pinta di
birra. La bella Blue Streak Mama è sporcata
da un ritmo funky, quasi bluesato, da un bel riff elettrico e dal poundering energico
della batteria. If You Gonna Go, Lost
Together e I like You Better sono
farcite di soul, folk e jazz per una ricetta perfetta e di sicuro esito. La malinconica
Gospel Song é un altro brano strappalacrime
accompagnato unicamente da chitarra e voce. La polverosa Going
Over viaggia in territori jazz vicini a Jolie Holland, mentre la ballata
Goin Over è ancora una volta un esempio della riuscita commistione tra soul e
folk che si avvicina molto alla Cat Power di "The Greatest". One
More Cup Of Coffee é l'omaggio a Dylan in tutta la sua semplicità e
immediatezza, riletta in versione più rallentata e rarefatta, rispetto all'originale.
L'acustica Mimi Song
è l'ultima fermata di questo viaggio nel profondo dell'anima. Un album di immensa
e fragile bellezza, tra le migliori cose al femminile dell'anno. Innamoratevene
e fatevelo vostro, non ve ne pentirete. (Emilio Mera)