Avigdor Zahner-Isenberg (detto Avi), nato a Long Beach meno di vent'anni
fa, ha iniziato a comporre da adolescente; alcuni demos delle sue canzoni incisi
l'anno scorso si trovano su You Tube e sul suo sito in My Space. Notato dalla
Sub Pop ha formato una band con tre compagni della Millikan High School, Arin
Fazio al basso (l'unico over twenty) e due ragazze, Sheridan Riley alla batteria
e Rebecca Coleman alle tastiere, mantendendo il nome Avi Buffalo già utilizzato
da solista. Avi compone, canta, suona la chitarra e guida la band che ha appena
pubblicato l'omonimo album d'esordio, ottenendo ottime recensioni e discrete vendite.
Si potrebbe definire un disco di pop adolescenziale, forse al primo ascolto l'impressione
è questa, ma riascoltandolo più volte, facendo attenzione anche ai titoli dei
brani ed ai testi, nonchè agli arrangiamenti, la prima impressione risulta superficiale
e sommaria. L'apparente innocenza adolescenziale delle canzoni, venata di malinconia,
nasconde tratti meno leggeri e scontati, un gusto per gli arrangiamenti attento
e raffinato, una ricerca nei suoni e nell'uso della chitarra (con un pizzico di
rumorismo) che in alcuni brani mi ha ricordato i Wilco ed il loro geniale chitarrista
Nels Cline.
Non a caso in una recente intervista Avi ha dichiarato che
A Ghost Is Born è uno dei suoi dischi preferiti. Si può anche azzardare un paragone
(almeno come approccio) alla psichedelia dei primi Pink Floyd di Syd Barrett.
L'opener Truth Sets In e la deliziosa
What's in It For? (da vedere anche il video bucolico di questo brano,
vedi sotto) evidenziano la voce molto particolare di Avi, un falsetto timido e
delicato al limite del fastidioso, ma che dopo qualche ascolto sembra perfetto
per le canzoni del gruppo. Coaxed ha un sottofondo
molto ricercato ed un etereo finale strumentale adorabile. Five
Little Sluts (bel titolo) potrebbe essere un singolo perfetto, mentre
Jessica è una ballata agrodolce con la chitarra elettrica in evidenza e l''up-tempo
pop di Summer Cum profuma di canni settanta
californiani.
La voce sussurrata di Avi sembra cedere in One
Last, ma le ragazze lo aiutano ai cori. L'eterea Can't
I know è sospesa tra i primi Floyd e i Wilco e precede il brano più
complesso del dischetto, Remember Last Time che
si apre con arpeggi grintosi (rispetto al resto dell'album) sviluppandosi con
maestria in una parte cantata orecchiabile ed in un maestoso finale chitarristico
in crescendo debitore del citato Nels Cline. La chiusura è affidata a Where's
Your Dirty Mind (altro titolo interessante), con il piano e la chitarra
acustica che disegnano una melodia rilassante che resta nel cervello ed una sezione
strumentale elettrica contrastante. Considerata l'età, gli Avi Buffalo possono
veramente sperare in un futuro radioso. (Paolo Baiotti)