inserito 17/04/2009

Great Lake Swimmers
Lost Channels
[
Nettwerk 2009]



In apparenza nulla cambia nel mondo di Tony Dekker, ma come più volte rivelato nelle precedenti sortite della sua creatura artistica, aperta a più collaborazioni, dei Great Lake Swimmers, la facciata un po' immobile delle sue desolate, spettrali ballate è una sorta di atto di resistenza nei confronti del chiasso della modernità, forse la dimostrazione stessa del suo talento. Lost Channels non è in antitesi dunque con il percorso fin qui sviluppatosi, seppure lo si possa persino definire il disco più "movimentato" e ambizioso della discografia della band canadese. Rispetto alla malinconia atavica degli esordi, alla calma pacifica e acustica del recente passato, questo lavoro compie qualche balzo nella direzione di un folk rock più acceso ed elettrico, verso ballate che incrociano al largo il linguaggio alternative country e la serenità di certo country rock di marca westcoastiana, unendo in un ponte ideale Neil Young con Will Oldham e i Red House Painters (sentite Everything Is Moving So Fast, con Serena Ryder alla seconda voce, oppure le diafane Concrete Heart e Stealing Tomorrow), questi ultimi gli immancabili punti di riferimento stilistici che sempre vanno imponendosi.

Tuttavia, oggi più che mai i Great Lake Swimmers sono un vero collettivo, possiedono personalità e storia per staccarsi da qualsiasi raffronto: Lost Channels non è forse il loro disco più "sofferto" e ammaliante, ma senza dubbio è il più strutturato e accessibile, ammantato da quella classicità che spesso si raggiunge soltanto con l'età matura. La band lascia fluire tenere cantilene rootsy quali Pulling on a Line, scintille folk rock che esplodono nei consueti riverberi dati alle chitarre e alla voce di Dekker, tra cui spiccano una Palmistry dalle nuance quasi pop, una She Comes to Me in Dreams che sparge qualche seme di flebile psichedelia country californiana (la steel è nella mani dell'esperto Bob Egan, già con Blue Rodeo e Wilco), scivolando infine su un dolcissimo sentiero rurale che spolvera banjo e pruriti hillbilly in The Chorus in the Underground (il violino appartiene a Erin Aurich) e intona una litania acustica in Still, evocativa come sa essere la migliore scuola folk, nata e concepita a stretto contatto con l'elemento naturale (River's Edge la più esplicita).

Proprio così, perchè una volta di più Tony Dekker ha acciuffato le sue canzoni in luoghi appartati, magici e impensabili, mettendo in luce i rapporti e i contrasti fra animo umano e natura: catturati su nastro fra "old churches, community halls, abandoned grain silos and rural locations" sparsi nella regione delle Thousand Islands al confine fra Ontario, Canada e stato di New York, USA, i Great Lake Swimmers hanno rinnovato quella tradizione di illuminare una musica dal carattere spirituale, fuori del tempo perchè ancorata in qualche modo al ciclo della vita e dei paesaggi.
(Fabio Cerbone)

www.greatlakeswimmers.com
www.myspace.com/greatlakeswimmers


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