inserito 21/10/2009

Will Hoge
The Wreckage
[
Rykodisc  2009]



Il solo riferimento esplicito contenuto nel titolo, The Wreckage, non cancella l'incubo che Will Hoge ha vissuto durante la preparazione del suo quinto lavoro: nessuna canzone in particolare sembra richiamare direttamente l'incidente stradale che ha costretto il rocker del Tennessee ad una lunga degenza e riabilitazione fisica, eppure è sembrato del tutto logico "omaggiare" quello schiaffo ricevuto dalla vita con un disco che simboleggiasse la rinascita. Si trovava proprio nel bel mezzo delle registrazioni che avrebbero costruito il nuovo album Will Hoge quando, uscendo con il suo scooter dagli studi di Nashville, si è visto sbalzare dal mezzo e crollare il mondo addosso. Nove mesi di stop forzato prima di riprendere con Ken Coomer e Charlie Brocco, suoi produttori inossidabili da qualche anno a questa parte, l'impegno interrotto mentre le canzoni stavano già prendendo una loro forma. The Wreckage non accusa certamente, nei suoni e negli arrangiamenti, nessuna sospensione o ripartenza: è omogeneo, dritto al punto, quel groviglio di southern rock, pop e soul che infonde il canto e il songwriting di Will Hoge.

Il quale conferma una volta di più le difficoltà di acciuffare l'impetuosità dei suoi live show dentro le mura di uno studio. The Wreckage, nonostante le chitarre di Kenny Vaughan e Pat Buchanan, ovvero una delle migliori coppie di manici a Nashville e dintorni, nonostante l'assistenza di Dan Baird e l'organo di Jen Gunderman (ex Jayhawks) sembra sempre un passo troppo in là verso la bellezza formale, qualcosa che gratta via la scorza rock del Will Hoge performer. Più esuberante e meno incline alle soffici carezze soul del predecessore, il disco ha certamente il vantaggio di offrire un rock'n'roll già impachettato per un'esplosione dal vivo: in Long Gone tira un'aria swamp sudaticcia niente male, Favorite Waste of Time e Just Like Me sfoderano tutto il pathos della perfetta ballata rock mentre Even If It Breaks Your Heart e Highway Wings hanno la stoffa dei singoli. Qui Will Hoge è da sempre un diligente discepolo: la prima pare uscire da Into the Great Wild Open di Tom Petty, tanto bilancia melodia e chitarre, la seconda è svelta e radiofonica al punto giusto, qualcosa che gente come Pete Droge o Matthew Sweet non riesce più a scrivere da anni.

La piacevolezza innocente di The Wreckage e il suo essere orgogliosamente fuori da ogni schema attuale sta tutta qui, anche se non è da sottovalutare il romanticismo plateale di certe ballate dalle tonalità così soulful (una dolciastra Goodnight Goodbye cantata in coppia con Ashley Monroe), a volte però pericolsamente anonime (Where Do We Go From Down, la stessa title track). Ecco, l'idea che Will Hoge non fosse un campione di scrittura potevamo anche averla intuita, ma da un ragazzo che ostinatamente conserva l'indole dei rocker passionali alla Bob Seger (e con gentile concessione di un po' di armonia alla Tom Petty) gradiremmo forse qualche rischio in più.
(Fabio Cerbone)


www.willhoge.com
www.myspace.com/willhoge



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