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Haunted
Hearts
Thank You, Goodnight
[Haunted
Hearts 2009]
 
Progetto che nasce per iniziativa del songwriter Dennis Ellsworth
- titolare di una propria carriera solista di cui vi daremo presto notizie
- i canadesi Haunted Hearts rafforzano la nostra idea che alcune
delle proposte più promettenti, almeno in fatto di rock delle radici,
provengano oggi oltre il freddo confine a nord dei Grandi Laghi americani.
Sono originari di Charlottetown, centro principale dell'isola di Prince
Edward, una regione anche musicalmente defilata rispetto ai più importanti
centri canadesi. Da qui forse quella somiglianza con la scuola alternative
country della provincia americana: completamente indipendenti (e senza
contratto), isolati a qualche centinaio di chilometri dal confine con
il Maine, gli Haunted Hearts ricordano un po' quelle band malinconiche
che popolavano il genere una decina di anni fa (se proprio costretto scomoderei
Volebeats, Bellwether…): country song agrodolci, influenze che vanno dal
folk all'honky tonk (soprattutto per la presenza del pianoforte di Johnny
Ross), anche qualche sfumatura pop, ma naturalmente molto country
rock, di quello però che non ascolteresti mai a Nashville.
Thank You, Goodnight è un esordio ancora ingenuo, registrato
praticamente in presa diretta e con pochi artifici nel week end di San
Valentino del 2009 a casa del batterista Mike MacDougall. Viste le premesse
assai povere di mezzi, devo dire che il risultato si fa apprezzare: queste
canzoni tormentate, questi cuori infranti e infestati dai fantasmi, come
ci racconta Ellsworth, viaggiano fra depressione e ironia, senso di perdita
e strane avventure personali. Il songwriting in effetti non è niente male
e già Thank You, Goodnight, ballata
armoniosa dai sapori tipicamente alt-country guidata da piano e organo,
segnala Dennis Ellsworth quale autore da tenere in considerazione. Si
fa sostenere dalle chitarre (anche mandolino e pedal steel) di Dan Currie,
oltre al citato Johnny Ross, quest'ultimo vero elemento caratterizzante
del sound della band: la stessa Haunted Hearts
ad esempio è una giocosa country song da saloon che contrasta con il senso
delle parole cantate da Ellsworth, e sullo stesso piano andrebbero citate
quanto meno la spiritosa There Is No Understanding
Between Tree and Man e il tempo di marcetta honky tonk di Acid,
un testo provocatorio e in realtà surreale che conferma il talento di
Dennis Ellsworth.
La sua voce d'altra parte si trova davvero a suo agio con lo stile un
po' arruffato del gruppo: molto convincente sia negli episodi più squisitamente
legati allo stile alternative country (I Only
Mean Well la migliore nell'unire melodia, chitarre e piano)
sia in quelli più nostalgici e soffusi, tra cui si segnalano Dynamite
e soprattutto la morbida melodia, quasi retrò, tra pop e ricordi Tin Pan
Alley, di Don't Cross Your Heart.
Sono ancora un po' a digiuno di produzione e malizia, ma cresceranno...
(Davide Albini)
myspace.com/weallhavehauntedhearts
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