inserito 16/01/2009

Fire on Fire
The Orchard
[Young God  
2008]



La caciara vocale e la strumentazione da festa di paese di Sirocco - canzone d'apertura di The Orchard - fanno venire subito in mente gli Akron/Family e l'impressione si rafforza notando che a pubblicare questo disco è la Young God, ma le somiglianze finiscono qui: dobbiamo cercare più indietro nel tempo. Fire on Fire è un quintetto che ha registrato questo album d'esordio nei rigori climatici del Maine, in una casa di Portland che vede Colleen Kinsella, Tom Kovacevic, Micah Blue Smaldone, Chriss Sutherland e Caleb Mulkerin condividere tanto il focolare che i ruoli con voci e strumenti: state pensando a The Band? Giusto, ma anche stavolta l'impressione è fugace e dobbiamo risalire nuovamente indietro nel tempo. Il folk del primo Novecento e le stranezze sonore delle jug bands degli anni '20 sono l'ispirazione primaria di questi cittadini del Pine Tree State ma poiché fino a poco fa questi musici andavano in giro col nome di Cerberus Shoal l'identità musicale dei Fire on Fire è sciarada ancora irrisolta.

Gruppo sperimentale di post-rock attivo da metà anni '90, Cerberus Shoal ha goduto un modesto successo di critica senza mai riscuotere l'attenzione del grosso pubblico; invece l'attenzione della band per il folk - o almeno per quelle sonorità comunemente dette world music - era già presente in Chaiming the Knoblessone e oggi tutto quello che abbiamo nominato finora si è fuso dando vita a un album folk che, pur privo della facilità melodica dei Fleet Foxes e della ricercata semplicità di Bon Iver, è facile considerare il miglior esempio di folk contemporaneo in circolazione. Fire on Fire al pari di altri esponenti della scena folk odierna innestano su una base di folk appalachiano la lezione dell'Europa orientale (Tarif de Haidouks) e del Medio Oriente (come l'uso dell'oud, papà del liuto e strumento principe della musica di quella regione) ma a differenza di certi loro compatrioti sono padroni e non schiavi delle loro influenze.

La band non ha dimenticato gli anni di ricerca musicale in altri ambiti e la struttura complessa delle canzoni e le armonie inusuali ne sono brillante testimonianza, mentre a rendere variopinto il quadro è la strumentazione - interamente acustica - che agli ordinari chitarra, banjo, mandolino e fisa affianca il citato oud, l'harmonium e percussioni arabe, senza dimenticare le voci: Sutherland è l'unico a non farsi carico di parti vocali soliste. Dodici canzoni compongono l'album e nessuna è un intruso, ma su tutte svetta il pezzo di chiusura - Haystack - otto minuti e mezzo al termine dei quali sarete innamorati di Colleen Kinsella; ma immediatamente memorabili sono anche Toknight e Flight Song.

The Orchard è disco denso di musica: finito l'ascolto è naturale partire da capo e poi ancora per cercare una frase o decifrare un arrangiamento, forse è improprio definirlo un esordio, forse non lo è, forse è un grande disco e basta.
(Maurizio Di Marino)

www.myspace.com/fireonfiremusic
www.younggodrecords.com


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