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Fire
on Fire
The
Orchard
[Young God 2008]
La caciara vocale e la strumentazione da festa di paese di Sirocco
- canzone d'apertura di The Orchard - fanno venire subito
in mente gli Akron/Family e l'impressione si rafforza notando che a pubblicare
questo disco è la Young God, ma le somiglianze finiscono qui: dobbiamo
cercare più indietro nel tempo. Fire on Fire è un quintetto che
ha registrato questo album d'esordio nei rigori climatici del Maine, in
una casa di Portland che vede Colleen Kinsella, Tom Kovacevic, Micah Blue
Smaldone, Chriss Sutherland e Caleb Mulkerin condividere tanto il focolare
che i ruoli con voci e strumenti: state pensando a The Band? Giusto, ma
anche stavolta l'impressione è fugace e dobbiamo risalire nuovamente indietro
nel tempo. Il folk del primo Novecento e le stranezze sonore delle jug
bands degli anni '20 sono l'ispirazione primaria di questi cittadini del
Pine Tree State ma poiché fino a poco fa questi musici andavano in giro
col nome di Cerberus Shoal l'identità musicale dei Fire on Fire è sciarada
ancora irrisolta.
Gruppo sperimentale di post-rock attivo da metà anni '90, Cerberus Shoal
ha goduto un modesto successo di critica senza mai riscuotere l'attenzione
del grosso pubblico; invece l'attenzione della band per il folk - o almeno
per quelle sonorità comunemente dette world music - era già presente in
Chaiming the Knoblessone e oggi tutto quello che abbiamo nominato finora
si è fuso dando vita a un album folk che, pur privo della facilità melodica
dei Fleet Foxes e della ricercata semplicità di Bon Iver, è facile considerare
il miglior esempio di folk contemporaneo in circolazione. Fire on Fire
al pari di altri esponenti della scena folk odierna innestano su una base
di folk appalachiano la lezione dell'Europa orientale (Tarif de Haidouks)
e del Medio Oriente (come l'uso dell'oud, papà del liuto e strumento principe
della musica di quella regione) ma a differenza di certi loro compatrioti
sono padroni e non schiavi delle loro influenze.
La band non ha dimenticato gli anni di ricerca musicale in altri ambiti
e la struttura complessa delle canzoni e le armonie inusuali ne sono brillante
testimonianza, mentre a rendere variopinto il quadro è la strumentazione
- interamente acustica - che agli ordinari chitarra, banjo, mandolino
e fisa affianca il citato oud, l'harmonium e percussioni arabe, senza
dimenticare le voci: Sutherland è l'unico a non farsi carico di parti
vocali soliste. Dodici canzoni compongono l'album e nessuna è un intruso,
ma su tutte svetta il pezzo di chiusura - Haystack
- otto minuti e mezzo al termine dei quali sarete innamorati di Colleen
Kinsella; ma immediatamente memorabili sono anche Toknight
e Flight Song.
The Orchard è disco denso di musica: finito l'ascolto è naturale partire
da capo e poi ancora per cercare una frase o decifrare un arrangiamento,
forse è improprio definirlo un esordio, forse non lo è, forse è un grande
disco e basta.
(Maurizio Di Marino)
www.myspace.com/fireonfiremusic
www.younggodrecords.com
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