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Kevin
Deal
Seven
[Blind
Nello 2009]
E fanno sette: semplicissimo, come il titolo del nuovo lavoro di Kevin
Deal, songwriter texano che si carica sulle spalle una nobile tradizione
fatta di troubadour e rocker dall'animo romantico e fuorilegge, in quella
terra texana che li vede sbucare da ogni angolo sperduto. Seven
non sposta di un millimetro le convinzioni e gli obiettivi di un autore
che, dal suo piccolo punto di osservazione, continua a dare il suo contributo
per una causa dura a morire. In lui troverete il piglio elettrico e sfrontato
del Joe Ely più sanguigno (e magari più ancorato alle sue radici country&western),
il gioioso honky tonk di Billy Joe Shaver (seppure con meno tribolazioni)
e tutta quella adunata di outlaws, rinnegati, poeti del border che affollano
i sogni della Texas music. Con Lloyd Maines ancora una volta ai
comandi non si corre il rischio di cadere miseramente: Seven è un concentrato
di luoghi comuni e di bellissime certezze, dipende soltanto dal punto
di vista con cui lo si vuole affrontare, ma avrete capito bene che qui
si preferisce decisamente la seconda soluzione.
Ci sono le chitarre di Miles Penhall (oltre a quelle dello stesso Maines,
mai e poi mai irrilevanti) e la pedal steel di Rick Hood, la batteria
di Pat Manske (un altro del giro Joe Ely e Flatlanders, giusto per chiudere
il cerchio) e i cori di Terri Hendrix, c'è insomma una compagnia che dice
tutto di Kevin Deal e di quello che le sue canzoni affrontano: qualche
pistola e molte leggende (200 Cops,
Behind the Shield), e queste ce le
aspettavamo al primo colpo, ma anche ricordi personali, amicizie, rimpianti
e una punta polemica che non guasta mai, seppure non si tratti certo di
un songwriter dall'estro politico avvelenato (The
King Has No Clothes, Hollywood Kiss).
Non è neppure un poeta dei luoghi oscuri il nostro Kevin o un cavallo
di razza disceso dalla stirpe di Guy Clark e Townes Van Zandt, per citare
i soliti noti, ma che differenza potrebbe fare quando di mezzo ci sono
l'epica country rock di 200 Cops, una Cactus
Flower incendiata dalla lap steel di Maines che si infila dritta
sulla prima highway per il Sud, oppure ancora il docile trotto a tempo
di hony tonk di If You Hurt the Ones You Love
e 20 Year Old Trucks.
Non ha mai avuto l'aspetto di un fuoriclasse Kevin Deal, eppure tra i
discepoli è uno di quelli che ha mantenuto una invidiabile regolarità
(a cominciare da Kiss the Breeze e Roll On, tra le sue sortite discografiche
più efficaci): dipende forse dalla sua natura di artigiano, nel vero senso
della parola (provate a sbirciare nell'altra metà del suo sito e capirete
il perchè), paziente nel vagliare i giusti musicisti, le giuste canzoni,
trovando una chiave per le sue storie (in Graduation
Day e nell'autobiografica Working
Man # 7 ci racconta non poco della sua stessa vita). Seven
potrebbe persino essere il suo disco migliore, più probabilmente mantiene
soltanto una continuità invidiabile.
(Fabio Cerbone)
www.kevindeal.com
www.cdbaby.com/Artist/KevinDeal
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