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The
Heartless Bastards
The Mountain
[Fat Possum 2009]
Restano sempre bastardi (nel suono ovviamente...), ma stavolta con un
pizzico di cuore in più. E' questa l'evoluzione voluta da Erika Wennerstrom,
l'allucinata voce degli Heartless Bastards, all'indomani di un
forte rimpasto della formazione e della pubblicazione del loro terzo disco
The Mountain. Li avevamo conosciuti in occasione del loro
esordio Stairs
and Elevators nel 2005, rumoroso blocco elettrico di garage-rock
moderno alla Black Keys, doppiato dal meno interessante All This Time
nel 2006. Destinati a perdersi nella memoria degli adepti raccolti nei
due anni di attività, gli Heartless Bastards rinascono dopo tre anni e
intraprendono a sorpresa una strada che potrebbe anche rivelarsi vincente
in futuro prossimo. Innanzitutto la Wennerstrom ha licenziato la vecchia
sezione ritmica per adottare i suoni più morbidi di Billy White e Doni
Schroeder, ma ancor più intelligentemente ha smesso di sobbarcarsi tutte
le parti di chitarra, integrando la band con ben due chitarristi (Marc
Nathan e Willie Rhodes). Nomi poco noti, ma di provenienza decisamente
roots-oriented, che portano in dotazione al nuovo sound un campionario
composto di banjo, mandolini, violini, pedal steel guitar.
Il risultato è convincente, con la Wennerstrom che smette di atteggiarsi
a piccola PJ Harvey dei giorni nostri e cerca un suo stile personale nel
cantare, sempre molto impostato e declamatorio, ma che ben si mischia
alla nuova linea sonora. La ragazza sembra aver ascoltato cosa offre il
nuovo mondo musicale, ha sicuramente incamerato sia il tentativo di cross-over
tra hard e tradizione dei Black Mountain, sia il nuovo country alternativo
dei Blanche, e il risultato finale fa sicuramente di originalità virtù.
The Mountain inizia con la title-track e il suo riff alla Crazy Horse,
ma già alla seconda canzone arriva il primo shock per i vecchi fans, una
Could Be So Happy che toglie completamente
la spina alle elettriche e si lancia in una girandola di folk tradizionale.
Ma è il rock d'altri tempi di Early In The Morning
a decretare la maturazione della band: tiro da rock west-coast anni 60,
con Erika nei panni di una novella Grace Slick, e una capacità di maneggiare
il verbo classico che è solo di chi ormai ha calcato i palchi da molti
anni.
Non cerca vie nuove neanche la ballatona rock-soul Hold
Your Head High, mentre Out At Sea
torna a indagare il suono secco e diretto dell'underground sixties. E
via così fino alla fine, tra tentazioni psichedeliche e forti tendenze
reazionarie, esattamente il mood arrivato in dote con il bravo produttore
Mike McCarthy, uomo in grado di passare dagli Spoon a Patty Griffin
come se fossero fatti della stessa pasta, che ha portato tutti ad Austin,
in Texas a sporcare il suono con l'aria del luogo. The Mountain resta
volutamente in bilico tra la voglia di lasciarsi andare a docili folk-songs
(So Quiet, Had
To Go) o a pseudo-blues strascicati (Witchypoo)
e distorte schitarrate da bassifondi (Sway).
Giusto i fondamentali per ripartire con il piede giusto.
(Nicola Gervasini)
www.theheartlessbastards.com
www.myspace.com/heartlessbastards
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