|
James
Yorkston
When the Haar Rolls In
[Domino 2008]
Tra il Firth of Tay e il Firth of Forth giace la contea
di Fife, anticamente parte del regno dei Pitti e quindi terra satura di
folklore di Scozia e di atmosfere scozzesi è popolato fittamente Quando
arriva una montagna di nebbia: il titolo del quarto album di James
Yorkston ricalca un modo di dire tipico dell'East Neuk of Fife per
descrivere le terribili brume del Mare del Nord, evocate con sapienza
in copertina. Yorkston è cantautore che non passa inosservato agli occhi
della critica - anche queste pagine si sono già occupate di lui - ma stenta
a catturare un pubblico più vasto del Regno di Fife perché a differenza
dei suoi amici e colleghi del Fence Collective a Yorkston mancano sia
la brillantezza pop di una KT Tunstall che le ricercatezze da artista
di culto di un King Creosote.
La musica di Yorkston è una sorta di ponte tra il folk di ieri e quello
di oggi, rinnova la tradizione senza fratture e questo emerge sia dalle
ispirazioni - da Bert Jansch a John Martyn - che dalle collaborazioni:
i Waterson partecipano all'unica cover presente nell'album, Midnight
Feast di Lal Waterson e nel corso del disco trova spazio anche
la voce di Mary Gilhooly. When the Haar Rolls In è album
denso di suoni dove alle sonorità folk consolidate di chitarre, violini
e mandolini troviamo uniti con gusto clarinetto, bouzouki, vibrafono e
persino l'arpicordo ma la chiave vincente di questo lavoro prodotto in
proprio sembra la rinnovata abilità di tunesmith di Yorkston; i motivi
memorabili, quelli necessari ad elevare l'onesto artigianato a grande
musica stavolta non mancano. Tortoise regrets
Hare - duetto amoroso con la voce di Nancy Elizabeth Cunliffe
- è il primo momento vincente del disco e brilla il lavoro di Emma
Smith al violino, non è un assolo ma un uno-due perché alla traccia successiva
Temptation - guidata da un piano
magistrale e arricchita da un elegante tocco di clarinetto - è quasi da
knock-out.
La title track - e così sarà anche il brano di chiusura The
Capture of the Horse - vede invece al lavoro lo Yorkston narratore:
i suoi testi ricchi di riferimenti alla letteratura tanto colta che popolare
della sua terra sono un pregio e un limite, ma per fortuna subito dopo
con Queen of Spain c'imbattiamo in
una perla, una ballata strepitosa che comincia chitarra e voce per poi
schiudersi rigogliosa - come le ragazze/farfalle d'estate cantate nel
testo - con piano e violino e soprattutto una voce femminile che si sposa
a meraviglia con il baritono di Yorkston. Summer's
Not the Same Without You è un altro momento ispirato mentre
Would You Have Me Born with Wooden Eyes?
è una delicata ballata a base di bouzouki, voce e percussioni discrete.
Sono quindi nove le canzoni che compongono When the Haar Rolls In e se
i testi a volte rischiano di offuscare la bellezza delle canzoni è però
il caso di non farsi distrarre e restare vigili all'ascolto perché questo
è un album che - una volta dissolta la foschia - rivela un gioiello di
cantautorato folk.
(Maurizio Di Marino)
www.jamesyorkston.co.uk
www.myspace.com/jamesyorkston
|