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Scrapomatic
Sidewalk Caesars
[Landslide
2008]
Chi scrive ricorda un cantante dalla voce grossa e una pettinatura afro
al concerto di Derek Trucks a Milano, 20 ottobre 2007: uno dei concerti
migliori, come ci sarebbe piaciuto ricordare un anno fa come oggi, in
tempi di candidature a miglior live della stagione 2007. E se una buona
parte del merito va al biondino con la "diavoletto" (Gibson SG), l'altra
(comunque e ovviamente "buona parte" per una grande esibizione) va di
certo a quel vocalist che allora usciva dal nulla (o quasi, visto che
ce ne assumiamo qui ogni responsabilità) spedendoci dritti dritti nei
Seventies e ora, con sorpresa, ce lo ritroviamo fra noi, a condividere
l'altra metà di questi fantastici Scrapomatic. Un duo, in effetti,
quello di Mike Mattison (è proprio lui) e Paul Olsen, l'altra
chitarra della "great american music machine" come amano chiamarsi, all'attivo,
nonostante la nostra beata ignoranza, dal lontano 1997.
Abbiamo fatto prima ad accorgercene attraverso la Derek Trucks Band, dalla
quale Mattison viene assunto a partire dal 2002, sebbene fosse proprio
al tempo in cui gli Scrapomatic pubblicarono il loro primo, omonimo debutto
per la Artist House. Sicchè i due del Minnesota conservano intatta ancora
adesso la genuinità di un progetto parallelo, la loro "best thing" condita
di blues, soul e genuino jammin' sudista che rimane lì, tra la più attuale
Derek Trucks Band e gli immortali Allman Brothers a conferirne il sigillo.
Il resto lo fa un ensemble newyorkese capace di amalgamare la musica alla
chitarra slide e ad un impasto vocale degno di una vera "black tradition",
che si avvale del supporto di validi musicisti come Dave Yoke alla chitarra,
Ted Pecchio al basso e Tyler Greenwell alla batteria. Con Alligator Love
Cry del 2006 i ragazzi passano alla Landslide Records di Atlanta e l'etichetta
indipendente rimane al loro fianco anche per l'attuale Sidewalk
Caesars, il loro terzo album, tra i migliori che la fine del 2008
ci lasci così in eredità, sebbene licenziato agli inizi della scorsa estate.
Non fosse altro che delle songs come il binomio centrale Remember
This Days e Long Gone filano
come un'autostrada asfaltata di elettrico r&b e voce al catrame, capace
di ruvidi gorgheggi come dell'ineguagliabile dolcezza di The
Old Whyskey Show. E' quest'ultima uno dei lati più roots rock
del disco, quasi una western ballad calda come il fuoco di un camino mentre
fuori infuria la tempesta, e dolce come l'abbraccio di un happy end. Tra
le migliori, forse come solo l'ultima track ci può restituire quanto a
umori crepuscolari degni dell'auto-definizione citata poc'anzi di "great
american music machine" degli Scrapomatic: Good
Luck With Your Impossible Dream sembra l'augurio ideale per
il nuovo anno che, insieme ad un mix di energia e dolcezza, pare lasciarci
con questa band e il disco del mese a inaugurare questo 2009.
(Matteo Fratti)
www.scrapomatic.com
www.myspace.com/scrapomaticnyc
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