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Old
Crow Medicine Show
Tennessee Pusher
[Nettwerk
2008]
Sulle ali di una produzione chiacchierata e di peso quale quella di Don
Was, gli Old Crow Medicine Show compiono il giro di boa del
terzo fatidico disco dando l'impressione di essere maturati e al tempo
stesso di avere trovato il giusto equilibrio fra l'esuberanza degli esordi
e l'attuale ricerca di profonditą del loro songwriting. Oggi pił che mai
infatti Tennessee Pusher risolve il dilemma sull'attitudine
del quintetto guidato dalle voci principali di Critter Fuqua e Ketcham
Secor: messe in un cantuccio le improbabili e francamente abusate reminiscenze
folk punk che molti scomodarono in principio, la prospettiva della band
si svela in tutto il suo candore, quello di un recupero fresco e accattivante
di una tradizione popolare che va innanzi tutto rispettata nei suoi canoni.
Non sono dunque rivoluzionari gli OCMS, neppure sembrano rivoltarsi nel
fango di quell'alternative country da cui molti si ostinano a farli discendere,
forse per le loro primarie collaborazioni con David Rawlings (Gillian
Welch). Il suono rotondo e perfettaente calibrato di Tennessee Pusher
- con un Don Was attento a non snaturare il nocciolo rurale della band,
eppure propenso a renderlo pił melodico - induce a considerarlo il loro
disco pił completo: per una Alabama High-Test
che introduce e asseconda l'ascoltatore con il familiare sussulto
old time del violino, arriva poi di sopiatto una Highway
Halo che si scioglie gią in qualcosa di pił "compiacente",
una limpida ballata che si gioca tutto sulle armonie vocali. I momenti
di maggiore attrazione restano proprio quei riusciti tentativi di adattarsi
ad una armoniosa forma folkie: Methamphetamine
resta fra gli esempi pił fulgidi di questa formula, brano scritto a quattro
mani con il citato Rawlings e capace di suonare pienamente "rock" pur
nel suo manto acuistico (qualcuno la prenda in seria considerazione per
una possibile versione elettrica). Sulla falsariga di quest'ultima potremmo
collocare anche la flessuosa Motel in Memphis,
echeggiante i misteri di un'America sudista e contraddistinta da un dolcissimo
tappeto d'organo (l'ospite Bemmonth Tench).
Sia chiaro che Tennessee Pusher non prevede affatto un sovvertimento delle
regole gią esposte con finissima chiarezza nei lavori passati: si presenta
solamente pił centrato e omogeneo, magari meno esuberante e gioiosamente
impazzito, ma di una scorrevolezza inviadibile. Vi potrete scovare ancora
quella sorta di hillbilly purissimo (Humdinger,
Mary's Kitchen, Caroline)
e country agreste da back porch, da canticchiare insomma all'imbrunire
(Evening Sun), che hanno fatto la
fortuna degli OCMS nei circuiti Americana. Innegabile tuttavia che fra
le pieghe si insinui sempre pił l'esigenza di allargare il proprio suono:
se avranno abbastanza coraggio, al prossimo giro potremmo verderne delle
belle.
(Fabio Cerbone)
www.crowmedicine.com
www.myspace.com/oldcrowmedicineshow
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