inserito il 02/05/2008

Mudcrutch
Mudcrutch
[Reprise/ Warner 2008]



Solamente un autentico rock'n'roll fan e soprattutto uno dei personaggi più integri che l'american music abbia mai conosciuto, avrebbe potuto architettare una simile "reunion": Tom Petty lo aveva promesso, senza clamori ma con la testardaggine di un ragazzo un po' cresciuto del Sud, e di conseguenza ha agito, chiamando a raccolta non solo un pezzo della sua storia musicale ma un vero e proprio scampolo di vita. Niente trionfalismi, nessun conto da pagare, soltanto qualche vecchio amico da Gainsville, Florida, quando all'alba dei seventies i Mudcrutch si spaccavano le ossa sui palchi della cittadina universitaria suonando un mescolanza di southern rock, garage e prelibatezze sixties, pensando già al colpo di fortuna, salpando nella mecca californiana.

Tom Petty sarebbe arrivato a toccare il cielo, fra le colline di Hollywood e lo stardom, mentre i Mudcrutch avrebbero pagato il prezzo: a metà anni '70 erano solo una tappa giovanile, un singolo (Depot Street) dimenticato nei cassetti, scartati dal primo contratto discografico con la Shelter, interessata in realtà alla sola figura di Tom e alle sue canzoni. Due membri orginari (Mike Campbell e Bemmonth Tench) sarebbero rientrati dalla porta di servizio diventando colonne degli Heartbreakers. Per Tom Leadon (fratello del più famoso Bernie degli Eagles) e Randall Marshall la storia aveva invece riservato un altro destino, l'uno professore l'altro insegnante di batteria, salvo riprendersi da un "incubo" durato più di trent'anni: è bastata una folle telefonata di Tom, una mattina come tante, a risvegliare antiche passioni. Torniamo sul luogo del delitto ragazzi, mettiano un po' di benzina nel serbatorio e accendiamo il sabato sera dei Mudcrutch. Gioco facile quando non ci si è mai persi di vista: perché Tom Petty è fatto così, una rock'n'roll star che ha sempre tenuto i piedi per terra, abbastanza umile da capire che per infiammare di nuovo la sua carriera occorreva un salto nel buio.

Niente trucchi: dieci giorni di agosto a Los Angeles, dal vivo in studio, buona la prima o quasi e il risultato è il disco più brillante che Petty abbia registrato da molto tempo a questa parte. Quattordici canzoni che parlano al cuore dei musicisti coinvolti e lasciano galoppare libere le chitarre in un rendez-vous "settantesco": si potrebbe cominciare dalle cover che i Mudcrutch suonavano allora, tra una ispiratissima Shady Grove, traditional rispettato nella sua essenza folk, uno scatenato boogie rock (Six Days On The Road) degno di Chuck Berry, oppure una cavalcata selvaggia quale Lover Of The Bayou (gli amati Byrds), pretesto per incrociare ancora una volta le chitarre fino alla morte. Le chitarre giusto, quante e di quale qualità se ne incontrano nell'omonimo Mudcrutch: Campbell e Leadon sembrano non essersi mai veramente separati, si rintuzzano a vicenda e mettono in piedi la sarabanda jam di Crystal River, dieci minuti di omaggi ai Grateful Dead e alla California più sognante. Petty imbraccia il basso e si mette al servizio della band: lascia persino This Is A Good Street alla voce di Bemmonth Tench e la spumeggiante country song Queen Of The Go-Go Girls a Leadon. Anche se, ripreso il timone, arrivano le sferzate migliori: Scare Easy è un instant classic, ballata rock ariosa e segnata da uno stile che è ormai storia del mainstream americano; Orphan Of The Storm un sussurro country rock che pare uscito da un vinile di Gram Parsons; Topanga Cowgirl è sorniona e vivacissima nella sua semplicità; Bootleg Flyer, infine, un mezzo capolavoro, nuova American Girl aggiornata al 2008, che avrebbe fatto la sua figura fra i primi classici di Tom.

Potrebbero veramente essere gli Heartbreakers in un'aggiornata versione rootsy e sudista - e basterebbe quel nobile impasto country
posto in chiusura con House Of Stone, vissuta come solo Hank Williams l'avrebbe proposta - ma i fattori invertiti non cambiano il risultato: sono invece i Mudcrutch, una rock'n'roll band che non è mai veramente nata e che oggi ha deciso di giocarsi tutto, per il gusto di farsi beffe della storia. Le intenzioni sono andate oltre ogni più rosea previsione.
(Fabio Cerbone)

www.mudcrutchmusic.com
www.tompetty.com


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