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Drive
By truckers
Brighter
Than Creation's Dark
[New
West 2008]
Dopo un periodo di litigi e rivolgimenti i Drive By Truckers avevano
due possibilità: o fermarsi per raccogliere le idee e curarsi le ferite
prima di tornare on the road, oppure dare subito libero sfogo a
quanto gli rodeva dentro. Brighter Than Creation's Dark
sceglie la seconda via, spataffiando in maniera concitata 19 canzoni per
75 minuti di musica, con gran timore di chi già aveva trovato noiosetto
il precedente A
Blessing and a Curse. La dipartita di Jason Isbell è stata
invece ben digerita, anzi, risulta quanto mai evidente che la sua presenza
stava sortendo da qualche tempo un effetto inibente per tutti. Questo
disco infatti non nasce solo dall'esigenza di ribadire che tolto un fattore
il risultato non cambia, ma anche dalla necessità di Patterson Hood
e del compare Mike Cooley di consacrare la loro crescita di autori.
A far loro da musa è stata la consapevolezza che l'America che fa da sfondo
ai loro testi è una nazione disfatta da guerre incomprensibili (raccontate
in The Home Front e nei sei travolgenti
minuti di That Man I Shot) e malattie
sociali varie, che vanno dalla solitudine raccontata in Bob
al consumismo sfrenato di Lisa's Birthday,
dalla famiglia in disfacimento di Daddy Needs
A Drink allo sragionato utilizzo delle armi che rendono la
vita americana sempre più simile al Far West da cui trae origine (Self
Destructive Zones). Una devastazione umana a livello del singolo
prima ancora che comunitaria, vista con gli occhi di chi si sente fuori
dai giochi e impossibilitato a fare alcunché per migliorare le cose, proprio
come il padre appena morto di Two Daughters
And A Beautiful Wife è costretto ad assistere impassibile dall'alto
del cielo al destino dei suoi cari rimasti in terra. E tanto pessimismo
si riflette anche nel ritmo delle canzoni, mai così intorpidite e cadenzate,
un continuo galleggiare nel dark-country moderno con omaggi a quella tradizione
di outlaws degli anni 70 che Hood e Cooley sembrano a sorpresa maneggiare
con piena maestria.
Qui sta la grandezza di questo disco, nel ben documentare la metamorfosi
dell'ultima credibile southern-rock-band in un laboratorio di ottimi artigiani
del songwriting. Però evidentemente c'erano ancora troppi fantasmi da
scacciare per riuscire a fare un disco anche perfettamente calibrato,
primo fra tutti proprio quello di Isbell, esorcizzato con l'esagerato
spazio concesso alla bassista Shonna Tucker (sua ex moglie), che
non sfigura come interprete, ma non evita al disco di zoppicare di tanto
in tanto. Oppure l'inclusione di brani validi ma fuori contesto come l'elettrica
3 Dimes Down, che sembra una outtake
della Southern Rock Opera, (solo con Bob Seger sul piedistallo al posto
degli Skynyrd), quasi un contentino concesso ai vecchi fan innamorati
dei riff sudisti della prima ora.
Si poteva invece cogliere l'occasione di tanta felice ispirazione e osare
di più, proponendo solo i brani intrisi di cupa e soffocante cronaca steinbeckiana
e realizzare così uno dei migliori reportage su quell'America che vive
all'ombra dei consueti riflettori dei mass media. Ma anche così, con la
sua prolissità, Brighter Than Creation's Dark potrebbe tranquillamente
concorrere al prossimo Premio Pulitzer.
(Nicola Gervasini)
www.drivebytruckers.com
www.newwestrecords.com
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