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Bonnie
Prince Billy With Harem Scarem and Alex Neilson
Is It the Sea?
[Domino/
Self
2008]
A conferma della totale avversione di Will Oldham, in arte Bonnie Prince
Billy, per le buone regole del business musicale, ecco spuntare nel
giro di pochi mesi una seconda registrazione dal vivo, Is It the
Sea?, che si affianca a quel Wilding in the West catturato nel
corso della tournè californiana del 2007 con i suoi musicisti più fidati.
Tutto ciò senza contare nel frattempo la pubblicazione dell'ultimo, splendido
capitolo di studio, Lie Down the Light. Recriminazioni su una certa inflazione
discografica a parte, ci troviamo di fronte ad una scaletta quasi completamente
rivoluzionata, fatta eccezione per un paio di brani, ma soprattutto al
cospetto di una collaborazione estemporanea che può sicuramente attirare
le attenzioni degli estimatori di Bonnie Prince Billy. Si tratta infatti
della testimonianza del tour tenutosi in Scozia e Irlanda nella primavera
del 2006, in cui per l'occasione Oldham si fece accompagnare dall'ensemble
locale degli Harem Scarem, quintetto folk di autentica estrazione
tradizionale e con il solo Alex Neilson (batteria) a tenere i legami
con il suo entourage passato.
Ne scaturisce un disco dal forte accento british folk, come prevedibile,
che può rappresentare senza alcun dubbio una discontinuità con altre registrazioni
live dal catalogo di Bonnie Prince Billy (ad esempio il più ombroso ed
elettrico Summer in the Southeast in coppia con Matt Sweeney), anche perché
l'approccio degli Harem Scarem (Sara McFayden al fiddle e banjo, Nuala
Kennedy al flauto e tastiere, Eilidh Shaw al fiddle, Inge Thomson alla
melodica, Ross Martin alle chitarre) sembra fare la spola fra antico e
moderno, piegando la tradizione alla sensibilità particolare di un folksinger
quale Oldham. Da qui prendono forma le lunghe suite di Cursed
Sleep, My Home is the Sea
e del traditional Molly Bawn, episodi
che si dilatano fino a sfiorare gli otto minuti, inseguendo melodie circolari
ed un crescendo di intensità emotiva che trova la sua ragione d'essere
non soltanto nella parte strumentale - trasparente, semplice e ricca al
tempo stesso - ma anche nell'interpretazione vocale. Essenziale infatti
il contorno delle voci femminili, che si incastrano con quella sempre
così fragile e disarmante del protagonista principale.
Il trattamento così riservato a piccoli classici quali A
Minor Place o Arise Therefore
(qui innalzata ad inno agreste di intensa luminosità) si arricchisce di
sfumature, accentuando quella lenta ma inesorabile trasformazione della
musica di Bonnie Prince Billy da una tortuosa, introversa e scura forma
indie-folk a qualcosa di estremamente affine alle sue fonti di ispirazione.
Di questo passo la commovente Love Comes to Me,
New Partner e Master
and Everyone sottolineano il vigore della scrittura di Will
Oldham, fermando su disco un attimo di grande forza esecutiva, reso palpabile
anche dal calore degli applausi del pubblico. Is It the Sea? non è più
necessario di quanto non lo fossero già le altre testimonianze dal vivo:
è soltanto un'altra brillante tessera di un importante puzzle musicale.
(Fabio Cerbone)
www.myspace.com/princebonniebilly
www.dominorecordco.com
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