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17/05/2007 |
Bill
Callahan 1/2 Onestamente,
nei tempi più recenti, mi ero un po' smarrito fra i chiaroscuri delle produzioni
degli Smog (tra gli ultimi lavori ricordiamo l'interessante Supper
e il meno riuscito A
River Ain't Too Much to Love), tant'è che la mia discografia della
band iniziava ad avere qualche buco qua e là. Non molto tempo fa un paio di riflessioni
su Jason Molina e i Magnolia Electric Co. mi avevano indotto a pensare che il
creatore degli Smog non si sarebbe mai liberato del suo alter ego. E invece, ecco
che Bill Callahan scarica proprio in questo periodo il suo marchio di fabbrica
- dopo ben quindici anni - per iniziare una nuova vita (nella speranza che questa
non sia solo una parentesi), utilizzando stavolta il suo vero nome. Anche dal
punto di vista musicale il nuovo percorso segna una svolta. Woke On A Whaleheart,
edito dalla Drag City, è dunque il primo passo di un nuovo cammino. Sarà l'aria
della "Capitale Americana della musica", Austin (così i suoi abitanti la definiscono.
Il disco è stato registrato nei Premium Recorders Studios), ma l'esordio a firma
Bill Callahan colpisce per la semplicità degli stili affrontati. Anche la costruzione
dei brani è quanto di più essenziale ed istintivo si possa ottenere con una band
di sei elementi (tra cui una violinista Elizabeth Warren e una corista
Deani Pugh-Flemmings). Curioso è notare come il buon Bill, ancora legato
però ai limiti di un cantato decisamente "spoken" (tutto sommato singolare), si
divincoli fra pseudo gospel (nell'iniziale From The Rivers To The Oceans),
alternative-country (The Sycamore) e una sorta di "post western"
in stile Giant Sand (con Honeymoon Child, la sua lap steel e qualche chitarra
asciutta). Quasi inaspettatamente, Bill piazza nel mezzo del disco una Diamond
Dancer dalle suadenti movenze pop e funky, quasi al pari di un Bowie da cantina.
Singolare è anche la melodia battuta dal pianoforte (in simil-operetta) di Day,
prima parte di un tandem originale chiuso dalla minimale e notturna Night
(è sempre il pianoforte suonato da Howard Draper a dettare i tempi). A
conclusione di questo Woke On A Whaleheart viene utilizzato il country western
di A Man Needs a Woman Or a Man to Be a Man, episodio dal ritmo curioso
tanto quanto il titolo. In questo processo Bill Callahan è stato aiutato da Neil
Michael Hagerty, altro navigato esponente del movimento indie Americano. Il
nuovo cammino Bill è cominciato dunque con il piede giusto. |