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inserito
30/01/2006
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È una bella favola
di "american life" quella di Wayne Scott, una di quelle storie
per cui vale ancora la pena spendere una buona parola nei confronti di
un paese, che sembra piuttosto divenuto un incubo ad occhi aperti. Ci
sono tutti gli archetipi di quell'individualismo da eroe della working
class che riesce a coltivare i propri sogni e un giorno, prima o poi accadrà,
li mette in pratica. Wayne scott ha cominciato a girare gli States all'età
di sedici anni, lasciando la famiglia e la scuola in Kentucky per inseguire
una carriera di country singer non meglio precisata. In fondo alla strada
ha trovato invece un lavoro in una fabbrica di automobili nel Michigan,
poi nelle acciaierie (più blue collar di così si muore…), in Indiana e
infine in California. Sulla West Coast ha debuttato sul palco all'età
di quarant'anni, crescendo nel frattempo cinque figli e portandosene qualcuno
con se nella band. Le sue canzoni però non le suonava mai, lasciando spazio
al repertorio nashvilliano che la gente preferiva ascoltare tra un birra
l'altra. Ora che il figlio Darrell è diventato uno dei musicisti ed autori
più richiesti a Nahsville, Wayne ha realizzato quell'american dream
che aspettava da una vita intera. A settantuno anni suonati This
Weary Way è il suo esordio con undici brani autografi (ma ne ha
scritte più di un centinaio) e due cover, un disco country dalle spalle
larghe e dal suono ruspante, dai suoni acustici e rurali, sostenuti da
un manipolo di splendidi musicisti. Darrell ha faticato non poco per convincerlo
ad infilarsi in uno s udio, alla fine ne è uscito un delizioso affresco
sull'old time music che fu, introdotta dal comovente duetto con Guy
Clark, ospite d'eccezione in It's The Whiskey that Eases the Pain…saggezza
spicciola, ma che non fa una grinza. Voce baritonale spezzata dall'età,
Wayne Scott è accompagnato stabilmente dal citato Darrell Scott alle
chitarre, mandolino e pedal steel, Dirk Powell all'accordion e
banjo, Casey Driesen al fiddle, Dennis Crouch e Danny
Thompson al basso, più una serie di gradite comparse. La sostanza
di This Weary Way restano però le canzoni di papà Wayne, corrusche, disarmanti
nella loro semplicità rootsy: il ritratto familiare di Sunday With
my Son, le preghiere e la solitudine di Sinner, This Weary
Way, I Wouldnt' Live in Harlan County, country a tinte bluegrass,
tra Bill Monroe e Carter Family (In the Mountains, Since Jesus
Came Into My Heart), ma che non disdegna tonalità southern blues (When
It's Raining After Midnite) e omaggi ai suoi eroi Hank Williams e
Lefty Frizell (What I Really Need is You), fino alla preziosa postilla
live (Douglas Corner in Nashville) di Folsom Prison Blues, dove
quella voce…be' mette davvero un po' di brividi. Sincero fino in fondo (Fabio Cerbone) |