Delbert McClinton - Cost of Living New West 2005
inserito il 01/09/2005

Delbert Mc Clinton nasce a Lubbock, in Texas. Sembra che come al solito ci sia qualcosa nell'aria di laggiù, forse nelle bistecche alte tre dita o nella montagna di patatine fritte care all'immaginario texano del nostro belpaese, da Gianluigi Bonelli in poi. O piuttosto chissà, forse è soltanto quello che c'è in chi sa trarre di meglio dagli umori della sua terra, conditi stavolta di una musica che sta ai fiumi di birra e tutto il resto, come Morricone sta al cinema. Già, sembra proprio questo, il caso ormai aperto per un nuovo Lone-Star troubadour, che la New West rintraccia dopo l'ultimo John Hiatt, e ci regala un disco che abbaglia all'orizzonte come la strada del più comune dei western-landscape. Un bel lavoro, che immerge gran parte di sé nel panorama suddetto, e abbraccia gli stili che tra western-swing, echi di blues & soul, e un vero e proprio country-rock sound vengono assimilati in una esecuzione da honky-tonk man, dalle motel-room ai gasoline-dreams, con tutti i crismi necessari. E Cost Of Living apre su toni divertiti, che fanno della prima parte dell'album quella più esplicitamente orientata ad ovest, mentre alcune canzoni centrali allungano piuttosto le loro radici a toni neri e folk-rock - parentesi prima del finale che diremo -. C'è dei Creedence Clearwater Revival, quando si ascolta la seconda traccia Right To Be Wrong, in quella particolare formula che aggancia il primo pezzo da roadhouse One Of The Fortunate Few verso una quasi risposta alla bellissima Suzy Q di Fogerty e soci. Ricordi, che dedicano accenni di colore in quella che si potrebbe caratterizzare poi come la manciata soul del disco, nel binomio melodicamente soft con la di Jimmy Reed I'll Ch'ange My Style e Your Memory, Me And The Blues - coi fiati (Don Wise, Jim Hoke) ad addolcire sonorità veramente oldies but goldies - e la funkeggiante Hammerhead Stew nel mezzo. Dead Wrong sono i due minuti e quanto di più rock ci si possa aspettare, mentre Down Into Mexico è la traccia più bella, dolce e delicata ballad di confine che potrebbe far da sfondo a un estratto da Cormac Mc Carthy. Si aggiungano infine i violini (Stuart Duncan), al commiato di Had A Real Good Time, Midnight Communion e Two Step Two, e il suono da saloon identifica quanto alla vena tradizionale del nostro emerga forse la più naturale. Il saluto su di un affascinante blues tra Waits e Van Morrison di Alright By Me non resta altro che a ribadire l'eclettismo di Cost Of Living, e ne evidenzia il debutto, degno di nota.
(Matteo Fratti)

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