Mary Gauthier - Mercy Now Lost Highway 2005
inserito il 03/02/2005

Un segnale incoraggiante il passaggio di Mary Gauthier nella rinomata scuderia della Lost Highway, sintomo di una attenzione crescente verso la vecchia scuola delle canzone d'autore più inquieta. Con la collega Lucinda Williams, con cui condivide umori di scrittura e in parte anche suoni a cavallo tra folk, country-blues sudista e rock speziato di radici, va a costituire oggi un binomio di rara intensità emotiva. Certamente una piacevole sorpresa per la stessa autrice, che in Mercy Now non cede di un passo dalle caratteristiche che ne hanno decretato il rispetto su tutta la scena Americana. Questo a ribadire come il nuovo lavoro, il quarto della serie, sia popolato dagli stessi demoni del passato, proseguendo la linea della maturità evidenziata con il precedente Filth & Fire. Anche la corferma di Gurf Morlix nel ruolo di produttore e chitarrista, con al seguito il solito team di collaboratori (Ian McLagan, organo e Rick Richards, batteria) testimonia questa condotta integerrima: Mercy Now è nuovamente il frutto di un songwriting crudo, fatto di immagini di desolazione, sconfitta e al contempo di riscatto e preghiera, sotto la guida di un suono asciutto, un pigro country-rock che fa sembrare la Gauthier una sorta di John Prine al femminile. Lo dimostrano ampiamente la cantilena di Drop in a Bucket, la riedizione di I Drink (già presente in Drag Queens and Limousines), molto più convincente in questa versione, così come la ciondolante Just say She's a Rhymer. Non bastassero a sancire il carattere di questa signora, potreste sempre rivolgervi alla tensione gospel di Your Sister Cried, oppure al galoppante country&western di Prayer Without Words, sospinto vigorosamente dal suono dell'hammond di McLagan, riconoscibilissimo come sempre. Mercy Now porta i segni di un'America nascosta e vera, parla della vita randagia di questa figlia "degenere" della Lousiana, senza fissa dimora per anni, ex alcolizzata e redenta sulla strada della folk music in quel di Boston. Il country dalle tinte fosche di Falling Out of Love introduce il suo mondo e i suoi personaggi: voci sullo sfondo, armonica distante, una slide che taglia l'aria...splendida. La title track addolcisce l'atmosfera, ma prosegue sullo stesso terreno: come nella gemella Empty Space si respira l'aria pigra del Sud e delle sue ghost town mentre Mary snocciola i suoi ricordi familiari. Sentitela nella tenebrosa ballata dark Wheel Inside the Wheel, con quel suono insistente di banjo che la fa sembrare una canzone del Greg Brown più tormentato, oppure nel finale elettrico di It Ain't the Wind, It's the Rain.
Ormai una delle signore dell'altro country
(Fabio Cerbone)

www.marygauthier.com
www.losthighwayrecords.com