Brian Capps - Walk Through Walls  Hightone/IRD 2005
inserito 31/08/2005

Come si dice in questi casi, Brian Capps ha visto la luce all'età di soli cinque anni, quando i genitori lo portarono ad un concerto di un tale chiamato Johnny Cash. L'immagine di "The Man in Black" è rimasta nel suo inconscio, ed oggi è uscita allo scoperto nella musica di questo autore e chitarrista di Springfield, Missouri. Walk Through Walls è il suo esordio solista, e per giunta in casa Hightone, etichetta senza dubbio ideale per lo stile old fashioned di Capps, un mix di chitarre rockabilly, ritmi honky tonk e citazioni dai fifties americani. Prima del grande passo solista, ha fatto parte attiva dei Domino Kings, piccola leggenda alternative country locale, con i quali ha inciso due dischi prima di abbandonare l'avventura, pare in seguito ad una epocale scazzottata nel backstage con il collega Stevie Newman. Sta di fatto che ci troviamo di fronte ad un competente "revivalista", spalleggiato dalla produzione di Lou Whitney ed accompagnato in studio dalla storica band di quest'ultimo, The Morrells. Svettano le agili chitarre di D.Clinton Thompson, la batteria di Bobby Lloyd Hicks (Dave Alvin band), mentre lo stesso Capps si occupa del contrabasso e canta con voce limpida e decisamente country-oriented. Non ci si può sbagliare dunque, siamo alle prese con un disco godibile e senza troppe ambizioni, ma costruito con mestiere per omaggiare i propri eroi musicali, a cominciare dalle cover di The Devil to Pay e Dark as a Dungeon (guarda caso grande successo per Johnny Cash), entrambe di Merle Travis e qui interpretate fedelmente. Il terzo ed ultimo episodio non autografo è lo scatenato rockabilly di Standing On a Rock di Rodney Crowell, mentre il resto del materiale porta la firma di Capps, capace di non sfigurare con gli originali, pur restando un buon imitatore piuttosto che un innovatore. Credo sia questo l'unico ostacolo di Walk Through Walls, un lavoro che in se stesso non deluderà certamente gli amanti di un competente recupero del passato. Nessun cedimento di ispirazione ed un ottima combinazione tra rutilanti roots rock (The Bottom, True Liar, che discende dall'albero dei Blasters), honky tonk di origine controllata (I Wouldn't Say That's Living, Next Time) e nostalgiche ballate country rock, fra le quali spicca la romantica When We Learn con i cori di Sheri Hurst. Se la Hightone aveva intenzione di mettere sotto contratto un nuovo cavallo di razza della roots music, in grado di non far rimpiangere gente come Dave Alvin, direi che la strada è ancora lunga e in salita, ma dovessimo giudicare dalla sincerità, Brian Capps è un musicista degno di tutto il nostro rispetto.
(Davide Albini)

www.briancapps.net