Todd Snider - East Nashville Skyline Oh Boy/IRD 2004 1/2
 

I dischi di Todd Snider li ritengo sopra la media, ma devo ammettere che il mio giudizio sul suo lavoro e sul suo conto è spesso di parte. Non posso farci niente: considero Todd un diseredato dal circuito musicale; uno con pochi amici, anche in ambito professionale; uno a cui hanno sbattuto troppe volte la porta in faccia. Qualche mese fa si era anche parlato di alcuni problemi di salute, che avevano fatto temere il peggio. E oggi Todd pubblica un album imbevuto di significati: un colpo di coda ispirato dalla gente comune e diretto alla gente comune e al suo quartiere, motivato dal non voler morire adesso (in Age Like Wine recita: "è troppo tardi per morire giovane adesso"), un disco fatto di un songwriting forbito, che è un po' il suo marchio di fabbrica. East Nashville Skyline trae dunque origine dall'area orientale della capitale del country, quella nella quale Todd risiede da tempo, zona marginale, periferica, proletaria, dove "i ragazzini non vogliono andare a quella scuola merdosa e dove i genitori fumano joints in faccia ai ragazzini". Come detto, Todd non ha molti amici, ma è ormai dal 1996 che ha dalla sua Will Kimbrough, chitarrista di indubbie capacità che, in questa occasione, lo aiuta anche nella produzione. Altro alleato è John Prine, che dà costante fiducia al nostro songwriter dell'Oregon: gli permette di incidere per la Oh Boy e lo fa seguire dal veterano Al Bunetta, produttore esecutivo dell'album. Fin dagli esordi Todd ha avuto qualcosa da dire, ma East Nashville Skyline sembra essere il miglior catalizzatore dei suoi pensieri, pensieri che toccano persino la politica e la sua condizione liberale e libertaria: nel country di Conservative, Christian, Right-Wing Republican, Straight, White, American Males, ad esempio, è velata la sua critica ai conservatori e ai postumi delle ultime elezioni. Non mancano, tuttavia, alcune simpatiche vicende personali: Tillamook County Jail (una country-folk ballad vivace), trattato sulle sue tante nottate con la luna a strisce, è una di queste. L'album, come detto, si basa sul consueto linguaggio di Snider, capace di concentrare in un solo verso una serie considerevole di parole, come in una cantilena cadenzata. Citiamo, a far scuola in questo senso, The Ballad Of The Kingsmen, spoken ballad dai risvolti estivi; Iron Mike's Main Man's Last Request, folk destato da Tyson e dall'ammirazione che Todd ha nei suoi confronti (lo ritiene un uomo sfruttato dal sistema, distrutto dal business); infine Nashville (dedicata alla "Nashville che non sentirete mai in radio o che non vedrete mai in tv"), palpitante rock and roll. A partire da Crooked Piece Of Time di John Prine in New Connection, sembra che per Todd le covers rientrino fra gli elementi fondamentali di un disco. Allora, ecco che East Nashville Skyline ne regala ben due degne di menzione: una graffiante Alcohol And Pills di Fred Eaglesmith e una certa Good News Blues di Billy Joe Shaver (due brani per altrettanti personaggi che non hanno bisogno di presentazioni). Ma questa sua ultima fatica lascia anche trasparire quel senso di malinconica impotenza che il povero Todd avverte nei confronti di un sistema non premiante, quello nel quale si trova a dover musicare. Quindi, perché non dar voce a quelli come lui, perché non parlare della periferia, di personaggi scortati dal Southern Comfort (come l'amico Bubby Kenneth Francis Skip Litz), di Dylan, Willie Nelson e Ramblin' Jack Elliott, e di tutti quegli insegnamenti che non si leggono sui libri. Viste le condizioni di salute del povero Snider e i frequenti ricoveri ospedalieri di quest'ultimo anno, siamo veramente contenti di sentirlo ancora cantare e vederlo sulla scena con un nuovo disco.
(Carlo Lancini)

www.toddsnider.com