Dwight Yoakam - Population Me Audium 2003 1/2

Nonostante i numerosi crolli di certezze della mia miserabile esistenza, di una cosa sono e resto sicuro: Dwight Yoakam never disappoints. Non ho ancora acquistato un brutto disco, tra quelli realizzati dal cowboy coi jeans più attillati che storia dell'umanità o dell'abbigliamento ricordi, e a questo punto dubito che mi capiterà di acquistarne anche uno solo. Nemmeno una tripletta sbalorditiva come quella costituita dal solitario Acoustic@net (Justguitar@dogbone), dallo splendido Tomorrow's Sounds Today e dalla colonna sonora del western desaparecido (nel senso che in Italia non ce l'hanno fatto vedere) South Of Heaven, West Of Hell è riuscita a fiaccare l'ispirazione del nostro, che dopo essere stato scaricato senza troppi complimenti dal colosso Warner si ripresenta senza colpo ferire presso un'indipendente (seppur di lusso, qual è la Audium) portando in dote un dischetto d'invidiabile freschezza, così frizzante e conciso da rammentare l'entusiasmo degli esordi - vent'anni orsono, coi tempi che corrono una vita fa. Sempre accompagnato dall'immarcescibile Pete Anderson, che produce oltre a pizzicare qualsiasi strumento provvisto di corde, stendibiancheria compreso, Dwight certifica per l'ennesima volta la salute e la genuinità di un genere - quello del country più straight, ancora devoto al canone di regole apprese al Bakersfield College dei magnifici rettori Buck Owens & Merle Haggard - che in tanti (troppi) continuano a ritenere o del tutto trapassato oppure affidato in esclusiva ai lustrini e alle farneticazioni "pro-war" dei vari Alan Jackson, Toby Keith e (brrr…) Shania Twain. Per capire che di possibile realtà ce n'è anche un'altra basta spararsi a tutto volume la spettacolare The Late Great Golden State, scatenato honky-tonk infiorettato di melodie pop con il contributo vocale dell'aquilotto Timothy B. Schmit, una No Such Thing talmente swingata da far impallidire i Derailers o una An Exception to the Rule dal deciso piglio rockista. Doveste invece preferire il lato più introspettivo del nostro, quello che emerge quando le falde dello Stetson calano malinconicamente sul naso e gli occhi si inumidiscono, voilà, ecco pronte la drammatica title-track, la Trains and Boats and Planes che fu del tandem Burt Bacharach/Hal David e che qui rifulge di bucolico struggimento grazie al banjo del veterano Earl Scruggs, il duetto strappalacrime con Willie Nelson (If Teardrops Were Diamonds, perfetta) e persino un'ipotesi non indigesta di estrogeni orchestrali nell'evocativa The Back of Your Hand. Hail to the country, hail to Dwight Yoakam
(Gianfranco Callieri)

www.dwightyoakam.com