|
||
Dalle parti di Tucson soffia un vento magico: saranno i tramonti rosso
fuoco del deserto o le visioni di confine, fatto sta che l'ispirazione
è nell'aria e il rock'n'roll a quelle latitudini riceve influssi
molto positivi. Da qualche tempo lo ha capito anche Steve Wynn,
che a Tucson è tornato alla ricerca di "good vibrations",
affidandosi nuovamente alle cure dell'amico Craig Shumacher. Difficile
ripetere l'exploit del precedente Here Comes The Miracles, monumentale
doppio cd che rappresentava la summa di un'intera carriera e metteva in
mostra i molteplici volti dell'artista. Static Transmission
ha meno frecce nel suo arco, è per forza di cose più conciso
e non può gareggiare in termini di quantità, ma raramente
perde per strada quella rinnovata vena compositiva che Steve ha riacciuffato
in questi anni. La qualità insomma resta ai piani alti e in questa
occasione si mette al servizio di un vero e proprio lavoro di squadra:
registrato in totale armonia con la sua live band, i Miracle 3,
Static Trasmission è frutto di una sintonia perfetta con i musicisti
coinvolti, concede qualcosa nell'aspetto del songwriting e guadagna punti
nelle coesione del suono. Le ruvide chitarre di Jason Victor non
fanno rimpiangere i predecessori (specie Chris Brokaw) e si allineano
ai dettami che hanno reso celebre il protagonista, la sezione ritmica
è serrata nei ranghi e il fedele amico Chris Cacavas cesella
con organo e piano. E' di nuovo lo Steve Wynn che vorremmo sempre sentire:
eccitante nei feedback di Candy Machine e della strepitosa Anphetamine,
cavalcata elettrica al cardiopalma nel segno di un suono che ha fatto
scuola; sfacciatamente rock'n'roll in Hollywood e One Less Shining
Star; rapito dal sixties-sound in California Sound; sensuale
e torbido in Keep It Clean, come se ci trovassimo nel bel mezzo
di una colonna sonora da romanzo noir. La produzione di Shumacher piace
proprio perchè non smussa gli angoli e lascia tutto immerso in
un clima livido da garage-band, sovraccarico di energia. Anche le ballate
ne guadagnano, diventando gli highlights dell'intero disco: la morbida
Maybe Tomorrow e il passo sensuale di The Ambassador of Soul
su tutte. La "vecchia guardia" del rock americano non tradisce
mai: una garanzia. *La prima tiratura contiene un bonus cd con tre brani in più provenienti dalle sessions di registrazione ed una traccia video per il Pc |