Steve Wynn - Static Transimission Blue Rose 2003 1/2

Dalle parti di Tucson soffia un vento magico: saranno i tramonti rosso fuoco del deserto o le visioni di confine, fatto sta che l'ispirazione è nell'aria e il rock'n'roll a quelle latitudini riceve influssi molto positivi. Da qualche tempo lo ha capito anche Steve Wynn, che a Tucson è tornato alla ricerca di "good vibrations", affidandosi nuovamente alle cure dell'amico Craig Shumacher. Difficile ripetere l'exploit del precedente Here Comes The Miracles, monumentale doppio cd che rappresentava la summa di un'intera carriera e metteva in mostra i molteplici volti dell'artista. Static Transmission ha meno frecce nel suo arco, è per forza di cose più conciso e non può gareggiare in termini di quantità, ma raramente perde per strada quella rinnovata vena compositiva che Steve ha riacciuffato in questi anni. La qualità insomma resta ai piani alti e in questa occasione si mette al servizio di un vero e proprio lavoro di squadra: registrato in totale armonia con la sua live band, i Miracle 3, Static Trasmission è frutto di una sintonia perfetta con i musicisti coinvolti, concede qualcosa nell'aspetto del songwriting e guadagna punti nelle coesione del suono. Le ruvide chitarre di Jason Victor non fanno rimpiangere i predecessori (specie Chris Brokaw) e si allineano ai dettami che hanno reso celebre il protagonista, la sezione ritmica è serrata nei ranghi e il fedele amico Chris Cacavas cesella con organo e piano. E' di nuovo lo Steve Wynn che vorremmo sempre sentire: eccitante nei feedback di Candy Machine e della strepitosa Anphetamine, cavalcata elettrica al cardiopalma nel segno di un suono che ha fatto scuola; sfacciatamente rock'n'roll in Hollywood e One Less Shining Star; rapito dal sixties-sound in California Sound; sensuale e torbido in Keep It Clean, come se ci trovassimo nel bel mezzo di una colonna sonora da romanzo noir. La produzione di Shumacher piace proprio perchè non smussa gli angoli e lascia tutto immerso in un clima livido da garage-band, sovraccarico di energia. Anche le ballate ne guadagnano, diventando gli highlights dell'intero disco: la morbida Maybe Tomorrow e il passo sensuale di The Ambassador of Soul su tutte. La "vecchia guardia" del rock americano non tradisce mai: una garanzia.
(Fabio Cerbone)

*La prima tiratura contiene un bonus cd con tre brani in più provenienti dalle sessions di registrazione ed una traccia video per il Pc

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