Rod
Picott è una giovane promessa, è una piacevole sorpresa regalata
da Nashville al pubblico che ama la canzone d'autore, quella di Bruce
Springsteen e Steve Earle. Quella cantata da voci di strada, un po' urbane
ed un po' provinciali, quella sempre alla ricerca di rettilinei nei quali
riporre speranze e scaricare cavalli. Così, giocoforza, Stray Dogs
diventa una sorta di nuova frontiera legata a sane tradizioni: recita
"i cani randagi ululano ed io non so perché…" e ricorda "i cani
sulla strada principale ululano perché capiscono…" (Bruce Springsteen,
The Promised Land), riaccende una radio che dimentica la solitudine di
Roy Orbison per evocare il fragore degli ZZ Top. Questo secondo album
vede un Rod sostenuto da una voce graffiante, accomodante compagna di
ballate melodiche come The Leaving Kind, Need You Bad, Circus
Girl (con Alison Krauss) e River Runs, tutte acustiche,
e dominatrice totale di manifesti rock che, dalla stessa Stray Dogs
a Baby Blue e Workshirts And Turpentine, calpestano seminati
chitarristici dai dettami classici. Per dirla tutta, questo giovane talento
sembra assorbire gli standard cantautorali della seconda metà dei settanta
per poi pagare dazio alle origini del rock and roll: "Siamo nati in
una città morente in cui anime disperate girano in tondo aspettando una
ragione per vivere" (Not Going Down, un testo efficace su una
melodia sweet); "Elvis sta cantando That's All Right Mama…potrei essere
come lui, potrei essere il re" (I Coulda Been The King, roots-oriented).
Accompagnato da David Henry (polistrumentista impegnato al violoncello,
alla chitarra elettrica ed alle percussioni), Paul Silvka (basso)
e Craig Krampf (batteria), questo "nouveau troubadour"
d'oltreoceano traccia anche un profilo personalissimo della notte (Up
All Night), lo fa montando un film in bianco e nero, con protagonisti
anni cinquanta che si dimenano lungo la tastiera di un pianoforte (Jerry
Lee Lewis) e saltellano con la chitarra di traverso (Chuck Berry). Rod
Picott è un cantautore formato, forgiato da esperienze fondamentali con
Fred Eaglesmith e Alison Krauss; il suo songwriting spicca per fluidità,
esaltando un'eccitante poetica di strada. A questo punto, come non volergli
bene
(Carlo Lancini)
www.rodpicott.com
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