E adesso? Tireranno fuori ancora la storia dell'eterno "nuovo Dylan"?
Non ci è dato sapere se le intenzioni di Dan Bern prima
di entrare in studio fossero quelle poi effettivamente riscontrabili tra
le note di Fleeting Days, è pur vero che la prima
impressione suscitata dalle nuove canzoni sia di un leggero scarto rispetto
ai luoghi comuni che gli sono stati appiccicati fin dai suoi esordi. Le
avvisaglie le avevamo già avvertite con il precedente New
American Language, con ogni probabilità ancora oggi
il suo disco più unitario, in cui la vena di folksinger e dylaniano
d.o.c. veniva rivista alla luce di una rinnovata energia elettrica. Allora
si erano tirati in ballo, complice la supervisione di Chuck Plotkin, accenti
springsteeniani e in ogni caso un atteggiamento più da rocker urbano.
Fleeting Days, inciso sotto la famigerata sigla Dan Bern and the IJBC,
prosegue evidentemente su quegli intendimenti, ma trova nello stesso tempo
nuovi punti d'ispirazione. E' un frizzante rock'n'roll che non può
prescindere dalla band alle spalle, un sound pulsante sul quale le liriche
del nostro si adattano alla perfezione, ed oggi più che mai il
punto di riferimento principale diventa Elvis Costello. Lo percepisci
distintamente nella saltellante Eva, nel power-pop sbarazzino di
Jane, persino nel tiro punk di Crow. Le inflessioni della
voce facilitano ulteriormente tali paragoni, tanto quanto le chitarre
di Eben Grace, più "british" che in passato e
l'infarinatura di piano, tastiere ed organi proposta da Will Masisak
(anche nelle vesti di produttore). Le radici del personaggio non sono
tuttavia estinte (da sentire il talkin' blues infuocato di Fly Away),
anche se inserite nel contesto più variopinto di Fleeting Days
potranno a tratti risultare sfuocate (Closer to You), un po' pretenziose
(Graceland), rischiando di sfuggire di mano. Non è il caso
comunque di perdersi per strada il rock proletario di Baby Bye Bye,
la filastrocca country di Chain Around The Neck, o il finale accorato
con Soul, uno dei pezzi migliori che Dan abbia mai estratto dal
suo cilindro. Forse impreciso, come sempre vulcanico, Dan Bern ha deciso
di non farsi imprigionare da etichette indesiderate: andrebbe premiato
se non altro per il coraggio
(Fabio Cerbone)
www.danbern.com
|