Kathleen Edwards - Failer Zoe/Rounder 2003 1/2

Certo quella voce, misto di sofferenza e dolcezza, non lascia troppo spazio alla fantasia: ho come il presentimento che la pur brava Kathleen Edwards dovrà lottare parecchio per guadagnarsi una sua posizione. Troppo evidente, almeno a livello istintivo, la somiglianza con l'immensa Lucinda Williams, tanto è vero che la critica non ci ha pensato due secondi all'accostamento. Roba da tagliare le gambe a qualsiasi esordiente. Spero non sia il destino della Edwards, che aldilà delle inflessioni vocali e di atmosfere vagamente roots, possiede una dignità autonoma, che la pone di diritto tra le migliori scoperte al femminile di questi ultimi tempi. Failer è l'opera prima di una songwriter con qualche speranza in più rispetto alla media: la differenza la fanno non solo la citata voce, ma storie, suoni ed atmosfere che delineano un carattere forte e vulnerabile al tempo stesso, una ragazza molto più matura dela sua giovanissima età (forse perchè cresciuta cittadina del mondo, tra la Corea e la Svizzera). Volendo poi essere un poco pignoli, bisognerebbe precisare che Kathleen è canadese (di Ottawa) e che questo dettaglio geografico non è affatto secondario: mentre le canzoni della Williams profumano di country-blues sudista e strade impolverate, il rock spruzzato di radici della Edwards è assai più malinconico e molto meno rurale nei gusti. Hockey Skates, The Lone Wolf, National Street sono languide ballate folk-rock che valgono esattamente come dimostrazione di questo carattere un po' ombroso. Una parte di merito va assegnata senz'altro al compagno e chitarrista Jim Bryson, i cui fraseggi passano dalla delicatezza di Mercury e Westby ai nervosi scatti, sul modello di Neil Young, che segnano episodi più elettrici come la splendida 12 Bellevue (forse il capolavoro del disco) e Maria. In questo modo Failer non rischia affatto di passare per il solito esercizio country-rock (cosa che potrebbe far presagire l'iniziale Six O'Clock News, la più classicamente roots di tutte), semmai per un debutto da ricordare alla fine dell'anno.
(Fabio Cerbone)

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