Certo
quella voce, misto di sofferenza e dolcezza, non lascia troppo spazio
alla fantasia: ho come il presentimento che la pur brava Kathleen Edwards
dovrà lottare parecchio per guadagnarsi una sua posizione. Troppo
evidente, almeno a livello istintivo, la somiglianza con l'immensa Lucinda
Williams, tanto è vero che la critica non ci ha pensato due secondi
all'accostamento. Roba da tagliare le gambe a qualsiasi esordiente. Spero
non sia il destino della Edwards, che aldilà delle inflessioni
vocali e di atmosfere vagamente roots, possiede una dignità autonoma,
che la pone di diritto tra le migliori scoperte al femminile di questi
ultimi tempi. Failer è l'opera prima di una songwriter
con qualche speranza in più rispetto alla media: la differenza
la fanno non solo la citata voce, ma storie, suoni ed atmosfere che delineano
un carattere forte e vulnerabile al tempo stesso, una ragazza molto più
matura dela sua giovanissima età (forse perchè cresciuta
cittadina del mondo, tra la Corea e la Svizzera). Volendo poi essere un
poco pignoli, bisognerebbe precisare che Kathleen è canadese (di
Ottawa) e che questo dettaglio geografico non è affatto secondario:
mentre le canzoni della Williams profumano di country-blues sudista e
strade impolverate, il rock spruzzato di radici della Edwards è
assai più malinconico e molto meno rurale nei gusti. Hockey
Skates, The Lone Wolf, National Street sono languide
ballate folk-rock che valgono esattamente come dimostrazione di questo
carattere un po' ombroso. Una parte di merito va assegnata senz'altro
al compagno e chitarrista Jim Bryson, i cui fraseggi passano dalla
delicatezza di Mercury e Westby ai nervosi scatti, sul modello
di Neil Young, che segnano episodi più elettrici come la splendida
12 Bellevue (forse il capolavoro del disco) e Maria. In
questo modo Failer non rischia affatto di passare per il solito esercizio
country-rock (cosa che potrebbe far presagire l'iniziale Six O'Clock
News, la più classicamente roots di tutte), semmai per un debutto
da ricordare alla fine dell'anno.
(Fabio Cerbone)
www.kathleenedwards.com
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