David
Todoran Under
My Skin
David Todoran 2000 1/2
Un piccolo capolavoro di quello che un tempo i critici più sensibili
amavano definire "Heartland rock", strana alchimia sonora generata da
una sostanziosa dose di rock d'autore, immancabili richiami alle radici e tanta
poesia minore di provincia. Under my Skin è il secondo (preceduto
da Solstice) splendido lavoro solista di David Todoran, sensibile
songwriter di Fort Wayne, Indiana, che cattura l'attenzione con pochi mezzi a
disposizione, ma con un naturale talento nel delineare deliziosi quadretti country
rock, che sanno di lande perdute e ti fanno letteralmente sentire il vento della
strada sulla faccia. Prendete lo Steve Earle più dimesso
e countreggiante di Guitar Town o Exit O, il Mellencamp più
fiero della sua terra in Lonesome Jubilee e fateli incrociare con il tocco
d'autore di un James McMurtry e di tutta la tradizione texana: avrete
un'idea guida sulla musica (troppo poca purtroppo, visto la durata di soli trentacinque
minuti) di questo ragazzo cresciuto dell'Indiana. Aggiungetevi la produzione garantita
di Ian Spanic (Spanic Boys, ricordate?), definitivamente rapito
dal talento di David, e potrete dormire sonni tranquilli, senza rimuginare sui
soldi spesi. La partenza è di quelle folgoranti: Under my skin
è realmente grande "heartland rock", chitarre limpide (lo stesso
Todoran) supportate da un prezioso lavoro dell'accordion sullo sfondo. I know
how ruba riff ed atmosfere allo Steve Earle rocker di provincia, con quel
chitarrone baritonale a dare un'impronta inconfondibile alla canzone. Here
you are strizza l'occhio all'honky tonk ed Angelina ha un'aria rootsy
giocosa e spiccia; Tellirude e I already know sono ballate
dal feeling texano che hanno il merito di far risaltare la calda vocalità
di David, uno dei suoi punti di forza maggiori. Did it again e Walkin
in my shoes ritornano sulla strada, in veste più acustica, ma con il
cuore volto costantemente alla migliore tradizione del country rock d'autore.
E proprio in episodi di questo spessore si possono scomodare i nomi di altri giovani
virgulti della scena indipendente americana a cui accostare il nostro: Robert
Earl Keen, per esempio, ma anche Chris Knight o Jack Ingram.
Prodotto con mano esperta, Under my skin ha un sound maturo, ricco e corposo,
quasi da major discografica e non spreca una sola nota lungo tutti i suoi dieci
episodi: David Todoran, una carta vincente della nuova provincia rock.
www.davidtodoran.com
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