Vigilantes
Of Love Summershine
Compass 2001
A scadenza quasi annuale, torna meticolosamente Bill Mallonee e la
sua inseparabile creatura, i Vigilantes of Love: non credo infatti di fare
torto a nessuno dei musicisti coinvolti se considero il progetto V.O.L. (come
sono soliti chiamarli i fans) essenzialmente un prolungamento del fervido songwriting
di Mallonee, autore e produttore di gran parte dei loro dischi. Lavori che sono
diventati ormai numerosi (credo abbiano superato la decina): la band è
in giro dai primi anni novanta, ha inciso per Capitol e Warner, diventando una
piccola leggenda del roots-rock sudista di questi anni, loro che sono originari
di Athens, Georgia. Quello che da sempre li impone come un gruppo sui generis,
eroi minori ed ingiustamente ignorati del rock americano provinciale, è
quello scintillante suono pop-rock intriso di radici, che poco deve dividere con
la sua terra. Se già i precedenti episodi (consigliato To The Roof
Of The Sky) mostravano una band divisa tra campagna e città, tra
rimandi country-rock e melodie decisamente pop, Summershine cancella
in gran parte la componente roots e svela senza indugi gli influssi "inglesi"
di Mallonee. Non fraintendete, non si tratta di brit-pop, piuttosto di quel fresco
e stringato guitar-rock melodico, che parte dai Byrds, passa per Tom Petty e i
Rem, arrivando intatto ai giorni nostri. Solo in questo modo si spiegano le brillanti
note di You Know That e She Is Fading ed alcune umide ballate quali
S.O.S. o Happy Being Lonely. Certo, non passano inosservate le strutture
beatlesiane di Stand Beside Me o l'eleganza folk-pop di Galaxy e
Green Summer Long, ma a controbilanciare concorrono lo spedito rock'n'roll
di Puttin' Out Fires e Making it Up As We Go Along. Alla fine resta
la sensazione che Summershine non rappresenti al meglio il loro sound, ma si presenti
tuttavia come un disco di una pacifica maturità.
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