Blue Mountain
Roots
Glitterhouse
2001

 

E' il cuore della vecchia America che vanno a risvegliare i Blue Mountain, intrufolandosi tra i fantasmi dell'Anthology of Folk Music e i Basement Tapes dylaniani, ripescando dal dimenticatoio ballate, storie, saghe in cui l'epica quotidiana del lavoro nei campi, il passare ciclico delle stagioni, le bevute in nome del Dio whyskey, l'amore e le sue delusioni, con torbidi omicidi annessi, sono l'anima pulsante del profondo Sud. Si rianimano i ricordi della Grande Depressione in Roots, sorta di manifesto e summa del pensiero "no depression", splendido omaggio e dimostrazione evidente dell'amore e della competenza delle ultime generazioni verso l'immensa strada della tradizione folk e della mai spenta fiaccola dei cantastorie erranti dei monti Appalachi, una delle aree più misteriose, intriganti e ricche di storia di tutti gli Stati Uniti. Promotori di un tale sforzo artistico non potevano essere che i Blue Mountain, da sempre una delle poche vere voci credibili del movimento alternative-country, scintillante combo di roots-rock da Oxford, Mississippi, che assimila in sè l'intera cultura sudista e appalachiana rivestendo country, bluegrass, folk, persino influssi celtici e irish (i primi immigrati delle loro terre) con una ruvida scorza rock figlia della loro gioventù punk. Seguendo le tracce intraprese di recente anche dal nostro eroe Dave Alvin, ma con uno stile evidentemente tutto loro e perfettamente distinguibile da Public Domain, Roots è per i Blue Mountain una calata profonda nelle folk songs che hanno segnato la fondazione e la crescita di una nazione, raccontata però dalla parte dei poveri, degli emarginati, dei diseredati, di chi insomma da quella storia è stato presto messo in disparte, diciamo pure cancellato. Nei 14 episodi che compongono il disco è contenuta tutta la forza "politica" di queste storie e la voce di Cary Hudson riesce a trascinarti in mezzo ad esse con una passione innegabile: dalle ballate più dolci come Rain and snow, Banks of the Pontchartrain, I'm thinking tonight of my blue eyes alle scosse elettriche di Black is the color of my true love's hair, dal gioviale passo irish di Rye whiskey fino al delta blues di That nasty swing e Riley and Spencer. L'edizione europea (quella americana esce per la loro etichetta Black Dog) contiene inoltre quattro brani in più, che costituiscono poi la parte più incendiaria ed istintiva del disco: granitico il punk-blues modello Fat Possum di Go away devil, da stordimento l'hard blues quasi zeppeliniano di Country blues e classiche nel loro tipico sound alla Blue Mountain, Shady grove e 900 miles. Per una volta tanto: un disco importante.


www.bluemountainmusic.com