Teddy Morgan & the Pistolas
Crashing Down
Teddy Morgan
2001

1/2
 

Teddy Morgan
forse non sarebbe d'accordo con il sottoscritto, eppure la sua musica mi suggerisce irrimediabilmente di inserirlo in una razza in via d'estinzione: come lui altri personaggi, conosciuti ahimè dai soliti irriducibili (non fraintendetemi, non vuol essere un'esternazione presuntuosa, ma solo la realtà dei fatti), popolano il sottobosco del rock'n'roll americano più intrasigente e periferico, con una lunga serie di quelli che una volta si chiamavano b-records e che riempivano molte ore d'ascolto più di qualsiasi capolavoro riconosciuto. Crashing Down è fatto della stessa materia con cui in questi anni abbiamo amato i lavori di Bo Ramsey, Duane Jarvis o Mike Henderson, un rauco roots-rock, con una forte componente blues e, nel caso specifico di Morgan, anche parecchio country & western stravolto da una "abbuffata" di elettricità. Per dare alle stampe questo prezioso oggetto, ha dovuto sudare non poco ed affidarsi, almeno per il momento, all'autoproduzione, dopo che il suo ultimo lavoro, il ruspante Lost Love & Highways, aveva goduto del supporto di un'indipendente di lusso come la Hightone. Poco male: Crashing Down parte esattamente dove finiva il precedente e con la "ruvida" produzione di Craig Schumacher (non uno qualunque, visto che il suo nome compare anche nell'ultimo Steve Wynn) acquista una grinta maggiore, facendo risaltare in tal modo il sound crudo delle chitarre di Morgan e delle sue Pistolas (Jon Penner e Chris Hunter). Inoltre, essendo registrato a Tucson, sembra cogliere non poco gli umori di quelle zone e di quella scena (nel disco collabora anche Joey Burns dei Calexico), flirtando con gli umori desertici in una bellissima ballata quale Western star e nel finale in stile Calexico dello strumentale Joaquin. Il resto è diviso con equità tra adrenalico roots-rock (Never again, Can't be found, Moon so high), honky-tonk stellare (la poderosa Her love still haunts me), qualche ballata di derivazione texana che non stona mai (Girl of my dream, Way out west) ed una dignitosa rilettura del classico dylaniano Just like a Tom Thumb's blues. Teddy non cerca mai di strafare a livello solistico, si concentra sull'insieme e canta con una voce roca e convinta il suo credo rock'n'roll. Da preservare e scovare con un pizzico di fatica...provate agli indirizzi qui a fianco.

www.teddymorgan.com