Natalie
Merchant
Motherland
Reprise 2001
E'
il 9 settembre 2001 quando T-Bone Burnett e Nathalie Merchant congedano
muscisti, tecnici e collaboratori che hanno contribuito a incidere Motherland.
Manca qualche dettaglio, va sistemata la lunga lista di personalità femminili
che l'hanno ispirato, vanno rivisti tutti gli ultimi particolari di un
lavoro complesso e multiforme e che, arrivati in fondo al processo di
produzione, sembrano le uniche urgenze al mondo che contano. A risentire
la melodia mediorientale di This House's In Fire, e la stessa canzone,
forse Nathalie Merchant intuisce, ma non sa che in realtà la deadline
di Motherland non è nulla rispetto a quella che la civiltà occidentale
deve affrontare, solo 48 ore dopo, proprio a New York. Così, mentre le
speranze del nuovo secolo finiscono vanificate in un cielo limpido e sereno
di una mattina di settembre, le parole di Motherland, quell'invocazione
alla "madre terra" che è diventata subito un classico, assumono a partire
dalla loro rara profondità, un significato straordinario. Basta opporre
la (complessa) idea linguistica di Motherland a quella riduttiva e brutale
di Homeland, andata in vigore da allora per capire il divario che l'11
settembre 2001 al di là della folle crudeltà degli attentati, ha creato.
Non solo, Motherland è persino profetico se si pensa a Build a Leeve
(e a quello che succederà a New Orleans qualche anno dopo), ma ha tutta
una sua grazia nell'offrire radici e speranze, a partire dalla florida
e agreste copertina. Il peso delle parole sarebbe insopportabile in un
contesto scarno o ripetitivo e anche da un punto di vista strettamente
estetico, Motherland riesce a contenere alla perfezione tutte le forme
musicali in cui la voce (unica) di Natalie Merchant sa muoversi, dal minimalismo
folk/blues alle più complesse orchestrazioni. T-Bone Burnett (senza
dubbio) ha avuto un ruolo determinante, ma è Natalie Merchant l'autrice
e l'interprete che anticipa, legge, riflette e mostra in controluce lo
spirito caotico dei nostri tempi, nei modi che solo la grande arte permette.
Un capolavoro.
(Marco Denti)
www.nataliemerchant.com
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