Robert
McCreedy Streamline
Safe House 2001
La piccola ma attivissima Safe House ci regala un altro interessante
lavoro indipendente, dopo la felice scoperta dei June Star. Robert McCreedy
affronta il debutto solista dopo quella che si definisce una lunga gavetta nel
circuito dell'alternative-country, come membro dei Volebeats, band molto aprezzata
nell'ambiente e con all'attivo diversi lavori significativi, tra cui consiglierei
The Sky and The Ocean. Le credenziali per la riuscita del lavoro ci sono tutte:
la produzione affidata a Mike Daly (ex membro degli Whiskeytown), un gruppetto
di musicisti coinvolti dalle ottime referenze, anche se del tutto sconosciuti
al grande pubblico, ed un songwriter come McCreedy, capace già in passato,
con la sua vecchia band, di prodursi in piccoli gioielli di roots music. Streamline
conferma effettivamente le potenzialità del personaggio, pur rimanendo
un disco riuscito solo a metà, che gode di una promettente partenza e si
perde lentamente per strada nel finale. In un clima generale che vira al malinconico,
McCreedy sfrutta al meglio al sua voce pigra per mettere in pedi un folk-rock
rilassato, a volte sensibilmente melodico, quasi pop (Dreams, Love without
shame), altre più spartano e severo nei suoi influssi rurali (Gone
again, Holding you). Emozionante soprattutto l'apertura con Diana,
che sembra sbucare dal songbook di Tom Petty, mentre l'innocuo siparietto hillbilly
di Float away da il via alla parte meno appetibile di Streamline, che si
adagia su toni fin troppo monotoni. Un disco crepuscolare e dal fascino sottile,
per un artista che ha già fatto breccia nella stampa di settore (per esempio
su No Depression), ma con ampi margini di miglioramento.
www.safehouserecords.com
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