1)
Chris Smither - Frankie & Albert
Un vecchio e poco apprezzato leone della
scena cantautorale alle prese con una versione molto rispettosa dei dettami classici
del suono di Hurt. Strumentazione rigorosamente acustica, sound caldo ed avvolgente.
2) Bruce Cockburn - Avalon, My Home Town
Impeccabile lavoro chitarristico
di Cockburn, che oltre a sciorinare un'interpretazione vocale da manuale, ricama
di fino all'acustica, accompagnata da un leggero tappeto delle tastiere.
3)
Lucinda Williams - Angels Laid Him Away
Una resa da antologia. Sembra una
outtake dei suoi ultimi dischi, clima sornione e voce rilassata, decisamente sudista.
4) Alvin Youngblood Hart - Here I Am, Oh Lord, Send Me
Versione ruspante
e leggermente elettrificata: un sfondo di percusssioni minimali, una voce da navigato
blues singer, per una delle più interessanti giovani figure del moderno
rock-blues.
5) Steve & Justin Earle - Candy Man
Quasi irriconoscibile:
uno dei massimi classici di Hurt diventa una vera e propria ballata alla Steve
Earle. Country-blues strascicato nello stile di Train a Comin', il suo disco acustico,
con alla batteria il figlio Justin.
6) Peter case & Dave Alvin - Monday
Morning Blues
Il promotore del progetto fa coppia con l'amico di sempre Dave
Alvin per una rilettura generosa dell'originale: l'entrata di Dave al canto è
da brivido e Case caratterizza il brano con un'ottimo lavoro all'armonica.
7) Ben Harper - Sliding Delta
Sussurrata come è suo solito, la
canzone è dolce ed accogliente e Harper mostra tutta la sua maestria nel
maneggiare la chitarra.
8) Geoff Muldaur - Chicken
Una resa molto
retrò, con i cori "famigliari" di Jenni e Clare Muldaur: sembra
uscita dagli anni trenta, molto divertente, anche se meno geniale di altre interpretazioni.
9)
Mark Selby - Make Me a Pallet On Your Floor
Inattesa: conosco poco o nulla
di questo giovane bluesman bianco di casa (incide per la stessa Vanguard). Una
versione grezza ed elettrica, ma moderata, ed una buona interpretazione vocale.
10) Beck - Stagolee
Qui ritroviamo il Beck di Mutations, l'irriverente
e giovane folksinger che ricopre un ultra-classico del repertorio di Hurt con
indubbia efficaccia. La voce è anche filtrata per dare un manto di antico
al brano.
11) Victoria Williams - Since I've Laid My Burden Down
Con
il fedele marito Mark Olson, una Victoria Williams sempre generosa e piena di
trasporto da il suo taglio scanzonato alla gospel song in questione. Sicuramente
una delle più originali, se amate i vocalizzi "nevrotici" della
Williams.
12) Bill Morrissey - Pay Day
Come nel caso di Smither, anche
Morrissey è uno della old school e sa rendere al meglio lo spirito country-blues
della musica di Hurt. Ligio al copione.
13) Taj Mahal - My Creole Belle
Taj è l'unico della combricola che Hurt lo ha conosciuto direttamente e
ci ha suonato insieme negli anni sessanta. La sua My Creole Belle è suonata
nello stile hawaian-blues degli ultimi dischi con la Hula Blues Band. Solare.
14) Gilliam Welch - Belulah Land
Straordinaria interprete della più
nascosta tradizione folk degli Appalachi, la Welch e la sua celestiale voce ci
ammaliano.
15) John Hiatt - I'm Satisfied
Non poteva che chiudere
lui: dopo il bagno acustico di Crossing Muddy Waters dell'anno scorso, la presenza
di Hiatt era d'obbligo e lui ripaga al meglio. Ottimo anche alla chitarra.