Brian
Jay Cline Twisty
Town
B.J.Cline 2001
Scorgendo superficialmente la copertina, a dire il vero un po' anonima (è
proprio vero che a volte siamo spinti ad indagare sul contenuto di un cd solamente
da un'immagine), ed il look "rasato", di Brian Jay Cline si sarebbe
portati a pensare che sia un rocker duro e crudo, poco sensibile al fascino del
rock'n'roll delle radici. Niente di più sbagliato ovviamente, tanto è
vero che Twisty Town si presenta come un pregevole debutto solista per
questo giovane chitarrista di Las Vegas, già attivo da diversi anni sulla
scena locale come sideman in altre bands del settore. Acerbo quanto si vuole,
specie nella produzione, il disco possiede tuttavia un suono convincente, derivativo
certo, ma con un'innegabile personalità. Puro heartland rock, chitarre
(lo stesso Brian, coadiuvato da J.J. Johnson, quest'ultimo anche nel ruolo
di produttore) che filano dritte come un treno, un inconfondibile retrogusto stadaiolo
che facilmente riesce a collocare il ragazzo nel grande albero genealogico del
mainstream rock americano, tra gli istinti melodici di Tom Petty ed il
sound carico di Mellencamp e Steve Earle, specie quello della seconda
metà degli anni ottanta. In realtà tra le pieghe di queste undici
canzoni affiorano soprattutto vicinanze d'intenti con alcune più o meno
giovani country-rock bands texane come Loose Diamonds (qualcuno se li ricorda?)
e Reckless Kelly: un misto di melodia pop, radici e tanto rock'n'roll da
strada maestra. Esemplare in tal senso l'apertura con la vivace Road Map
ed il sound roots-pop di pezzi quali Happiest e Fading, anche se
è nelle ballate dove risulta facile individuare un ulteriore aumento della
carica pop di Twisty Town. Ad esempio 5th & nowhere, che si
apoggia ad un arrangiamento di tastiere e si addolcisce con i cori femminili di
Nicole Sottile, oppure la più mossa Time slips through
my hands, pop-rock dalle movenze vagamente british. It's hard to breathe
staziona a metà del guado, perchè unisce chitarre al dente ed un
ritornello più sbarazzino; Brand new start carbura semplice rock'n'roll,
ingenuo e strasentito, ma sempre ben accetto e No simpaty tonight chiude
il sipario lasciando ben sperare sul futuro di questo giovane rocker perso nel
deserto del Nevada: un'armonica springsteeniana fende l'aria, mentre alle spalle
chitarre elettriche e tastiere si incrociano, donando un sapore epico a tutto
il brano. www.brianjaycline.com
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