Hazeldine
Double Back
Glitterhouse
2001

1/2


Non si può nascondere un certo stupore per la presenza di un gruppo tutto femminile nel campo del moderno roots rock provinciale americano, se è vero che una grandissima autrice quale Lucinda Williams ci ha messo vent'anni prima di venire riconosciuta come una delle migliori realtà del cantautorato americano. Questa retorica introduzione per ribadire che sarebbe ora di accantonare un certo maschilismo musicale, tanto più quando ci si trova di fronte una solida band come quella delle Hazeldine: Shawn Barton, Tonya Lamn e Anne Tkach sono ormai musiciste più che navigate, visto che Double Back è il loro quarto lavoro, dopo aver inciso Digging You Up per una major ed essere state raccolte sotto l'ala protettrice di Steve Earle e della sua E-Squared con cui hanno dato alle stampe un pregevole disco di covers (Orphans). Tornate all'ovile (il loro debutto, How Bees Fly uscì proprio per la Glitterhouse) le ragazze dimostrano una maturità difficilmente riscontrabile in altre realtà del settore. Double Back è un profondo viaggio tra le highways americane e lungo le linee di confine, un roots-rock dal marchio classico, dove songwriting di estrazione folk e country si accoppia con chitarre squillanti e rock da strada maestra. Inevitabili i riferimenti con personaggi come la stessa Lucinda Williams (ma con accenti meno rootsy nel caso delle Hazeldine) o Steve Earle, ma le ragazze hanno sufficiente personalità per non assomigliare a nessuno in particolare. Il disco è prodotto con maestria dall'esperto Chris Stamey e si sente: non c'è un suono fuori squadra e gran parte delle canzoni funzionano a meraviglia, specie la prima parte del disco, la più diretta ed accattivante. Dallle inflessioni pop di When you sleep, un ipotetico singolo da favola, agli splendidi toni da ballata di Valentine e Body and Soul fino al rutilante passo rock di Sunset strip il talento delle Hazeldine non può mancare di colpire nel segno. Miss ordinary e Smaller costituiscono la parte più riflessiva e folkie del disco, forse la meno incisiva, presto riscattata da un perfetto esempio roots-rock quale Fletcher's bar e dal dolcissimo passo country-rock di Broken glass (applausi alla splendida voce di Shawn Barton). Orizzonti desertici e tradizione folk si affacciano in Twisted e in Pull me down, che, con l'intensa interpretazione di My Lady, spengono le luci con tutta la delicata poesia del migliore folk-rock.


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