Frog
Holler Idiots
Record-Cellar 2001 1/2
Abbiamo scoperto da poco il nome dei Frog Holler e li abbiamo
subito presi in simpatia: il loro disco di debutto Adam's Hotel Road è
una sorta di enciclopedia del suono alternative-country, cresciuto e sviluppatosi
alla fonte del moderno roots sound provinciale. I riferimenti sono tra i più
classici, Uncle Tupelo in testa, tanto che anche le atmosfere del nuovo
lavoro, Idiots, richiamano tremendamente un disco come Anodyne, pur non
possedendo, questo bisogna riconoscerlo, la stessa intensità e forza. Dei
buoni imitatori dunque? Io preferisco definirli "discepoli" onesti e
veraci di quelle sonorità portate alla luce dalla premiata ditta Tweedy
e Farrar. Non mancano tuttavia di personalità propria, per cui tacciarli
come derivativi sarebbe ingiusto. Raccolgono principalmente elementi country tipici
della zona degli Appalachi (con un grande uso, per esempio, del fiddle), che prendono
il sopravvento specialmente nelle ballate, dal suono malinconico e nostalgico:
la dolcissima WJKS, che pare un pezzo dei primi Whiskeytown, Adam's
Hotel road, che porta stranamente il titolo del primo disco, Stray,
Happy hour e The kingdom of Bocephus Klein, che costituiscono poi
i momenti più intensi e degni di menzione del disco. L'altra faccia di
questa numerosa combricola di musicisti della Pennsylvania (sono in sette e suonano
tutto quello che passa dall'elettrico all'acustico), la quale ha in Darren
Schlappich la voce solista e l'autore unico di tutti i testi, è
rappresentata da un country-rock scoppiettante e "svaccato",in evidente
debito verso le strutture del bluegrass, che non sempre riesce a colpire nel segno,
ma possiede dei momenti davvero spassosi. Si potrebbero citare le cadenze modello
"Sweet Virginia" di Spiders&planes, oppure Who will...?
e Bitter blues, che nell'uso dei fiati richiama davvero il periodo
più campagnolo degli Stones all'inizio dei settanta, oppure il vero e proprio
manifesto bluegrass dell'autobiografica Pennsylvania. Per gli incalliti
amanti del più autentico sound "no depression" sono un garanzia,
nonostante non aggiungano nulla di nuovo a quanto scritto in questi anni dai nomi
più importanti del settore. Unica nota stonata: possibile non riescano
a fare delle copertine un poco più accattivanti?
www.frogholler.com
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