Chad
Rex & the Victorstands Songs
to Fix Angels
Mars Motors 2001
Può un disco intensamente pervaso da tutti gli umori e i luoghi comuni della
vecchia scuola alternative-country, grondante gli stessi accordi e ricalcante
le identiche atmosfere della prima ondata no depression apparsa sul suolo della
provincia americana con l'avvento degli Uncle Tutelo, può, dicevo, un disco di
tal fatta suonare ancora fresco e vitale? A giudicare dalle prime malinconiche
note di Tied Up To Die, ispido folk-rock dai risvolti rurali che apre i
battenti di Songs To Fix Angels direi proprio di si. Certo è difficile
se non controproducente resuscitare i fantasmi del passato, tanto più recuperare
la rivoluzionaria spinta underground degli esordi di quel movimento, ma quando
passione roots e sventagliate elettriche scorrono a fiumi come nel caso di Chad
Rex e dei suoi Victorstands si possono mettere da parte timori e malizie
da critici diffidenti, perché quello che conta sono solamente queste rauche canzoni
dalla desolata provincia americana (Fort Collins, Colorado, nell'occasione) che
tanto ci hanno conquistato in questi anni. Songs To Fix Angels si apre, come anticipato,
con le note malinconiche di Tied Up To Die, ma provvede subito a riassestare il
tasso elettrico della raccolta attraverso sfuriate che definire country-rock è
del tutto riduttivo: le chitarre urticanti di Chad Rex gracchiano un punk-rock
passato a bagno nella tradizione ed il primo ed unico referente per le convulsioni
e gli stacchi di Breaking Down For The Third Time, Build A Rocket,
Desperate and Poisoned o un'epica cavalcata quale Blue Memory possono
essere solamente i memorabili Uncle Tupelo, quelli dei primi due dischi in modo
particolare. Roots-rock dalla terra di nessuno, che mischia sacro (le radici hillbilly
dei vecchi immigrati) e profano (le crude rasoiate dei Replacements e degli Husker
Du), eppure sa intelligentemente staccare la spina e sconfinare nei territori
di crepuscolari ballate elettro-acustiche. Linee melodiche disarmanti conducono
per mano le melodie di Sleep Through e Back To the Breakdown, l'onnipresente
occhio di Neil Young scruta dietro l'angolo nelle ciondolanti note country-rock
di Hearsay Discovered e Parting Dress, mentre in Edgar Bergan's
Ghost si affaccia finanche un armonioso pianoforte. Chad Rex canta con l'ardore
dell'ultimo outsider arrivato in città, le chitarre si fanno notare forte e chiaro
dall'inizio alla fine e persino la produzione fa la sua figura, tanto da nascondere
con molta onestà le ristrettezze di un budget ridotto. Una piccola grande sorpresa.
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