Slobberbone
Everything You Thought Was Right Was Wrong Today
New West
2001



Texani dalla scorza dura, gli Slobberbone approdano al terzo lavoro di studio evidenziando una raggiunta maturità e riuscendo così a bilanciare le due diverse anime della loro musica. Se già il precedente Barrel chested aveva certificato la grinta di Brent Best e compagni, roots-rock granitico tra reminiscenze punk, chitarre sudiste e country texano, Everything you thought… va oltre, smussando le asperità e l’inesperienza della gioventù, proponendo un sound sempre molto quadrato ed arcigno, ma nello stesso tempo maggiormente aperto alla tradizione della propria terra. Al trio originale si è aggiunta la chitarra di Jess Barr, mentre la produzione è saldamente nelle mani di Paul Ebersold, sempre accorto nel mettere in risalto il suono grezzo delle chitarre e la voce roca e ringhiosa del leader Best. Si accennava ad una propensione più spiccata verso la tradizione: prova ne sia la notevole apertura con Meltdown, splendida ballata folk-rock dall’incedere classico, impreziosita da fiddle, mandolino e chitarre acustiche, che immerge l’ascoltatore tra la polvere del Texas. Le fanno buona compagnia il feeling rurale di Trust jesus, country-rock molto evocativo ed ancora meglio la vivace Lazy Guy, dove banjo e pedal steel strizzano l’occhio al bluegrass e la voce sgraziata di Patterson Hood dei Drive by Truckers (una band da seguire con attenzione) fornisce il suo sostanzioso contributo. Detto di Lumberlung (con il piano di Jim Dickinson in sessione), un'altra elegante ballata folk-rock, leggermente elettrificata, che saggia una volta per tutte il valore del gruppo, il finale rivolge lo sguardo al passato tra uno strumentale di maniera (Magnetic heaven) ed una gioiosa Pinball Song, passo country spedito, strumentazione acustica tra banjo, armonica, un efficace accordion che dona sapori di border e chiusura con tanto di tromba e basso tuba. Il resto fa meno notizia, perché indelebilmente legato al loro stile, ma resta sempre una poderosa scarica di rock’n’roll che più genuino non si può: dal punk-rock di Placemat blues al roots-rock di prima classe in Gimme back my dog e Bright eyes darkened, dal Crazy Horse sound di That is all alle tonalità di frontiera del country-rock di Josephine, ci sono chitarre per tutti i gusti e del roccioso rock di provincia di cui qualcuno vorebbe disfarsi troppo in fretta.