Dan Israel
Dan Who?
Hayden's Ferry
2000

1/2


Dan who? si chiede il nostro Dan Israel, leader dei Cultivators, giovane e promettente band di Minneapolis con all'attivo due ottimi lavori (il più interessante Mama's Kitchen) di fresco e scorrevole roots rock chitarristico. L'ironia non gli manca di certo, sapendo bene di appartenere a quella lunga e fertile schiera di songwriters di provincia usciti dall'anonimato più assoluto negli ultimi anni. Non è facile farsi largo in un mercato decisamente inflazionato e ricco di talenti e non è semplice portare avanti con pochi mezzi di fortuna e con i ridotti budget di una piccola casa indipendente la carriera di un intero gruppo. Prendendosi una breve pausa da timoniere dei Cultivators, Dan ha deciso di imprimere su disco un momento particolare del suo songwriting, registrando un disco assolutamente spoglio, solo voce e chitarra acustica, che mettesse in risalto le sue doti di ottimo storyteller, senza il peso (e probabilmente le spese) di una vera e propria rock'n'roll band alle spalle. Inevitabile sottolineare la fragilità di questi piccoli ritratti acustici, forse un po raffazzonati, non tutti completamente riusciti o meglio incisivi, ma c'è poesia minore nei suoi versi, quella più vera e vicina allo spirito di noi persi ammiratori delle roots americane più genuine e defilate. Il punto di forza del disco restano le liriche, veramente di qualità superiore (ed è un peccato che non si sia riusciti ad inserire i testi nel booklet del cd), profondamente personali, dove Dan mette a nudo le tribolazioni, i dolori, le speranze ed i ricordi dell'uomo-artista attraverso un serie di piccoli quadri acustici che riescono a non stancare grazie soprattutto all'interpretazione del protagonista. Una voce pigra, amica e confidenziale si dispiega su dodici episodi che spaziano dalla classica ballata folk di matrice dylaniana (Truckee, Late afternoon, Looking out for me, l'ottima I can't, premio per il migliore testo della raccolta) a qualche iniezione blues (Waiting so long), per ricondurre tutto verso lo stile molto melodico e vagamente pop degli stessi Cultivators (Last words, la bella Overloaded e All my friends). Se avete l'esigenza di un pugno di canzoni spicciole, poesia minore e folk di provincia, ideali compagne di queste fredde giornate d'inverno, potete investire su Dan Israel: così ci sarà una persona in meno a chiedersi Dan Who?

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