Great
Crusades Damaged
Goods
Glitterhouse 2000 1/2
Ma chi è questa combricola di rockers di Chicago dal cuore tenero?
Davvero un'altra, l'ennesima, sorpresa che la tedesca Glitterhouse ci mette a
disposizione. Look accattivante, giacca e cravatta da reveivalisti del rock fine
anni '50; un cantante (Brian Krumm) dalla voce roca e cavernosa, qualcosa
a metà strada tra il Tom Waits meno "incatramato", Bocephus King ed il dimenticato
Guy Kyser dei Thin White Rope; un suono dannatamente rock'n'roll, che lascia però
aperta la porta a diverse influenze, creando un sound generale che sa di epicità
e romanticismo, in gran parte merito proprio della voce di Krumm. Si ritrovano
cadenze da rock stradaiolo (All I got, Lucky, Twisted sheets)
paesaggi western (Feels so good), ballate notturne con un sottile fascino
waitsiano (Half bad, Gone e la più mossa Chevy nova), rasoiate
punk rock (Bernadette, Name I don't recall) e qualche entrata dei
fiati ad arricchire un piatto gustosissimo (Don't know who are you, Liquor
park), che mostra una band versatile ma dannatamente matura per la propria
età (questo è il loro secondo lavoro dopo The first spilled drink of the evening).
Non lasciatevi spaventare dalla varietà di umori di questo disco, solo all'apparenza
dispersivo, perché tutto suona compatto e con un filo logico, guidato da una sezione
ritmica granitica, da chitarre che sanno nello stesso tempo graffiare ed abbasare
i toni per creare atmosfere più raccolte e da una voglia di rendere corposa, unitaria
e ben distinguibile la propria proposta musicale, che, sarà bene sottolinearlo,
non è facilmente rintracciabile in altre realtà al momento. Questa sembra essere
la marcia in più dei Great Crusades: imporsi come una rock'n'roll band
con tuti i crismi, richiamare alla mente molte esperienze del passato, ma suonare
giovane e diversa dalla normale amministrazione del rock americano di questi tempi.
Una promessa da seguire con attenzione. www.thegreatcrusades.com
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