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Arthur
Dodge & Horsefeathers Nervous Habit Blue Rose 2000 Il cuore di Arthur Dodge e dei suoi fedeli Horsefeathers continua a battere per le strade periferiche dell'America provinciale: dopo la brillante conferma con il precedente Cadillacs ponytails & dirty dreams, rock operaio rigorosamente di "serie b", tra roots-rock, Kinks, Crazy horse-sound e qualche spruzzata swamp alla Creedence, il nuovo lavoro su etichetta Blue Rose (ancora loro!) smorza i toni ed esplora pių a fondo il lato romantico (comunque presente anche nel passato) del cantautore del Kansas. Nervous habit scorre placido per quasi un'ora di musica, mettendo sul banco una lunga serie di ballate crepuscolari, per lo pių nella forma elettro-acustica, arricchendo il piatto con deliziosi inserti di piano ed hammond (John Mozier). Non ci sono molte tracce del suo passato rock'n'roll e non si respira l'eccitazione dei precedenti dischi, ma motivi per colpire l'attenzione dei discepoli del roots-rock pių defilato ce ne sono in abbondanza. Nella categoria delle rock ballads pių mosse ed in linea con il suo stile sono da annotare l'iniziale Back into the blue, bella melodia condita dalle solite pimpanti chitarre, e la sorella A delightful disease, anche se i momenti pių ispirati nascono dal sound notturno e sofferto di Outta my car (veramente notevole), Absolution, Too sick to fly e Forever (che ricorda alcune cose di Kevin Salem), sospese tra intemperanze elettriche alla Neil Young e suggestioni da rock urbano. The real me e The trouble with a woman sono rock stradaiolo semplice e senza pretese, mentre l'anima cantautorale dell'autore č tutta da sentire nelle note sussurrate di North of Mexico, Anything to do with the moonlight e della conclusiva Stripper in a cab, che sembra rubata al repertorio di Randy Newman. |