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The
Cultivators Mama's Kitchen Hayden's Ferry 1999 1/2 In ordine di tempo l'ultima uscita disponibile della band di Dan Israel, The Cultivators, che proprio di questi tempi stanno progettando un seguito, sempre sull'indipendente Hayden's Ferry, previsto per la fine del prossimo anno. Nel mentre si può tranquillamente godere di Mama's kitchen, seconda uscita del gruppo guidato dal songwriting Dan Israel e piacevolissimo episodio di quello che oggi piace tanto definire Americana sound. Dall'esordio di due anni precedente molte cose sono cambiate, non tanto nel'assetto del gruppo (Tom Sampson alle chitarre e mandolino, Jeremy Smith al basso e Andy Rauh alla batteria), quanto nella consapevolezza dei propri mezzi e nella direzione stilistica da seguire. Mama's Kitchen mostra un roots rock molto chitarristico, spigliato, fresco e decisamente melodico, che unisce certi fremiti rock'n'roll alla Tom Petty (All alone, Stranger things); un pop rock frizzante che ricorda moltissimo i mai dimenticati Gin Blossoms (Graduation day, Shadows e Miles apart); alcune timbriche urbane cdi recente recuperate da band di outsider come la Scott Laurent Band (World on the street), giusto per citare dei loro illustri concittadini, provenienti da Minneapolis e conosciuti anche alle nostre latitudini grazie alla Club de Musicque. Israel non ha una voce miracolosa, ma il sound corposo, arricchito da pedal steel (Randy Braughten), fiddle (Mike Russell) ed organo hammond (jaff Victor) si sposta sui terreni del giovane country rock americano, quello inaugurato dalla nuova onda dei Son Volt e dei primi Wilco (sentitevi Wrong side), senza mancare di qualche gustosa deviazione di percorso, come nell'atmosfera irish di Happy again. Suonato con vigore ed una sana dose di energia, confezionato e prodotto con gusto (dote rara nel mercato indipendente del roots rock), Mama's kitchen non rivela ombre e tentennamenti, risultando un piccolo gioiello di american rock'n'roll |