Bellwether
Bellwether
Bellwether
2000
1/2
Ha
tutta l'aria di essere il debutto, ma in realtà si tratta del secondo lavoro
per questo giovane quartetto di Minneapolis, vera e propria "Mecca"
del rock statunitense degli ultimi anni. Manco a farlo apposta, la musica dei
Bellwether si nutre alla fonte di illustri concittadini quali i Jayhawks
della prima era, mettendo a punto una deliziosa collezione di folk rock songs
lineari e semplici, dove la melodia regna sovrana e le chitarre descrivono scorrevoli
quadretti elettro-acustici. Produzione di prima qualità (gli stessi Bellwether,
coadiuvati da Ed Ackerson), nonostante l'uscita a livello indipendente,
per un sound pulito che sa di Byrds passati al setaccio e filtrati attraverso
l'esperienza e l'ascolto assiduo di band quali Rem o, negli episodi tendenzialmente
rivolti all'estetica alternative-country, degli Wilco di Being There
o dei Son Volt (la dolce South Dakota, le malinconiche atmosfere
di Groundspeed e Shine a Light o il "drive" alla Uncle
Tupelo di Too easy). Rimarchevoli soprattutto gli impasti vocali
ed in primis la delicata vocalità del leader Eric Luoma, perfettamente
in sintonia con le cadenze morbide del gruppo, che accompagna ed arrangia ogni
singolo episodio con una semplicità di fondo che risulta anche la vera
carta vincente dei Bellwether. Non c'è in realtà nulla che faccia
pensare ad una band rivoluzionaria e sconvolgente, perchè tanti e fin quasi
scontati restano i loro referenti musicali; tuttavia riesce difficile, per chi
è cresciuto ed ha amato alla follia certe sonorità sospese tra country,
folk e rock di matrice seventies, rimanere impassibili alle spigliate e leggere
armonie di 8th street, Second-hand love, Walk it off
o Takes a toll. Per questi ultimi, i Bellwether si riveleranno una probabile
ed inattesa fonte di piacere.
www.bellwethertheband.com
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